Negli ultimi cinquant'anni la montagna bellunese ha vissuto una forte emigrazione data da cambiamenti economici, sociali, politici e ambientali, che ne hanno impoverito sia il tessuto sociale che economico. Mentre la montagna delle alte quote dolomitiche ha saputo in parte reinventarsi puntando al turismo di massa, estivo e invernale, la montagna di mezzo ha continuato a soffrire dell'emigrazione delle sue genti. Nel presente studio si cerca di mostrare, attraverso l'importanza che ha avuto l'agricoltura di sussistenza e soprattutto della viticoltura di sussistenza, il legame che unisce ancora molte persone a questo territorio e alla sua storia. Persone che risiedono qui stabilmente, ma anche migranti che tornano d'estate, o nuove presenze attratte dalla bellezza e dalla tranquillità di queste valli, situate nella zona del lago del Corlo. Valli che diventano così laboratorio per reinventarsi, in parte, una nuova vita in uno stile neorurale. Si cercherà infine di dimostrare che l'uscita da una posizione di marginalità di questi luoghi, potrebbe avvenire proprio attraverso il recupero, in chiave moderna, dell'agricoltura di sussistenza e del territorio trasformato dai contadini nei secoli, collegandoli a un turismo sostenibile che ne sappia apprezzare l'unicità e le particolarità, pur nella modestia delle quote altimetriche.
Montagna di mezzo e marginalità: tra neoruralismo e recupero del senso del luogo
Marcolongo, Michele
2016/2017
Abstract
Negli ultimi cinquant'anni la montagna bellunese ha vissuto una forte emigrazione data da cambiamenti economici, sociali, politici e ambientali, che ne hanno impoverito sia il tessuto sociale che economico. Mentre la montagna delle alte quote dolomitiche ha saputo in parte reinventarsi puntando al turismo di massa, estivo e invernale, la montagna di mezzo ha continuato a soffrire dell'emigrazione delle sue genti. Nel presente studio si cerca di mostrare, attraverso l'importanza che ha avuto l'agricoltura di sussistenza e soprattutto della viticoltura di sussistenza, il legame che unisce ancora molte persone a questo territorio e alla sua storia. Persone che risiedono qui stabilmente, ma anche migranti che tornano d'estate, o nuove presenze attratte dalla bellezza e dalla tranquillità di queste valli, situate nella zona del lago del Corlo. Valli che diventano così laboratorio per reinventarsi, in parte, una nuova vita in uno stile neorurale. Si cercherà infine di dimostrare che l'uscita da una posizione di marginalità di questi luoghi, potrebbe avvenire proprio attraverso il recupero, in chiave moderna, dell'agricoltura di sussistenza e del territorio trasformato dai contadini nei secoli, collegandoli a un turismo sostenibile che ne sappia apprezzare l'unicità e le particolarità, pur nella modestia delle quote altimetriche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/20225