Il lavoro di ricerca svolto in questo elaborato parte da un punto di vista critico nei confronti degli sviluppi di quella che viene comunemente definita come agro-industria e più in generale alle scelte politico – economiche che si celano dietro al concetto di sviluppo (Latouche 2005). In particolare l’attenzione è rivolta ad alcune esperienze di agricoltura biologica, di consumo critico e riuso di spazi abbandonati esistenti nei territori comunali di Mazzano e Bedizzole, dove il ricercatore vive ed abita. Si tratta di due comuni dell’hinterland a Est di Brescia, alle porte del lago di Garda, i cui territori sono fortemente inquinati per la presenza di diverse criticità ambientali causate dalle attività economiche ospitate sul territorio. Dalla forte concentrazione di impianti industriali a una forte attività estrattiva (cave), dalla concentrazione di discariche alla cementificazione del territorio dovuta all’espansione urbana, dall’inquinamento causato da allevamenti e agricolture intensivi al traffico pesante che congestiona le strade. Le esperienze analizzate, oltre a rappresentare modelli alternativi di agricoltura e ad essere espressione di una richiesta di consumo differente, palesano l’esigenza di una diversa relazione con il contesto territoriale circostante. Le pratiche messe in campo dai soggetti studiati mostrano un più complesso rapporto con il territorio volto alla ricerca di un utilizzo sostenibile delle sue risorse. A dimostrazione di ciò, i soggetti di questa ricerca hanno partecipato in forma più o meno attiva ad alcuni conflitti ambientali che si sono sviluppati nella zona (contro l’ampliamento di un cementificio, contro l’apertura di un impianto di smaltimento e trattamento di rifiuti speciali, contro l’apertura di un gassificatore di pollina, per la salvaguardia del fiume Chiese che scorre tra i due comuni, ecc.). La richiesta di un diversa maniera di vivere il territorio si traduce in un percorso soggettivo che, alla luce di saperi e tecniche moderni riguardanti l’agricoltura, ha portato a rivalutare, riscoprire, rielaborare i saperi locali, sedimentati nel lungo processo di co-evoluzione tra queste comunità e il loro contesto di vita e dotati quindi di una profonda sapienza ambientale (Magnaghi 2001). La metodologia utilizzata nello studio di questi fenomeni è quella della ricerca diretta sul campo mirata a produrre una descrizione “densa” delle attività portate avanti dai soggetti presi in esame. Questi saranno intervistati dopo un periodo di osservazione e raccolta dati riguardo la loro attività. In particolare si vuole indagare il rapporto che i soggetti intrattengono con il territorio, quale rappresentazione ne danno, le motivazioni che gli hanno spinti a compiere queste scelte di indirizzo produttivo e di consumo, quale ruolo essi hanno svolto nei conflitti ambientali presenti nel contesto locale. Si vuole inoltre valutare se queste attività possano rappresentare possibili scenari futuri per un settore fortemente in crisi. Crisi, come dimostrano alcuni studi utilizzati in questo lavoro, da considerare come elemento strutturale in un sistema economico che non “tiene conto della natura” (Martinez – Alier 2004).
Pratiche di riappropriazione dell'agricoltura. Le esperienze nei comuni di Mazzano e Bedizzole (BS)
Saleri, Roberto
2013/2014
Abstract
Il lavoro di ricerca svolto in questo elaborato parte da un punto di vista critico nei confronti degli sviluppi di quella che viene comunemente definita come agro-industria e più in generale alle scelte politico – economiche che si celano dietro al concetto di sviluppo (Latouche 2005). In particolare l’attenzione è rivolta ad alcune esperienze di agricoltura biologica, di consumo critico e riuso di spazi abbandonati esistenti nei territori comunali di Mazzano e Bedizzole, dove il ricercatore vive ed abita. Si tratta di due comuni dell’hinterland a Est di Brescia, alle porte del lago di Garda, i cui territori sono fortemente inquinati per la presenza di diverse criticità ambientali causate dalle attività economiche ospitate sul territorio. Dalla forte concentrazione di impianti industriali a una forte attività estrattiva (cave), dalla concentrazione di discariche alla cementificazione del territorio dovuta all’espansione urbana, dall’inquinamento causato da allevamenti e agricolture intensivi al traffico pesante che congestiona le strade. Le esperienze analizzate, oltre a rappresentare modelli alternativi di agricoltura e ad essere espressione di una richiesta di consumo differente, palesano l’esigenza di una diversa relazione con il contesto territoriale circostante. Le pratiche messe in campo dai soggetti studiati mostrano un più complesso rapporto con il territorio volto alla ricerca di un utilizzo sostenibile delle sue risorse. A dimostrazione di ciò, i soggetti di questa ricerca hanno partecipato in forma più o meno attiva ad alcuni conflitti ambientali che si sono sviluppati nella zona (contro l’ampliamento di un cementificio, contro l’apertura di un impianto di smaltimento e trattamento di rifiuti speciali, contro l’apertura di un gassificatore di pollina, per la salvaguardia del fiume Chiese che scorre tra i due comuni, ecc.). La richiesta di un diversa maniera di vivere il territorio si traduce in un percorso soggettivo che, alla luce di saperi e tecniche moderni riguardanti l’agricoltura, ha portato a rivalutare, riscoprire, rielaborare i saperi locali, sedimentati nel lungo processo di co-evoluzione tra queste comunità e il loro contesto di vita e dotati quindi di una profonda sapienza ambientale (Magnaghi 2001). La metodologia utilizzata nello studio di questi fenomeni è quella della ricerca diretta sul campo mirata a produrre una descrizione “densa” delle attività portate avanti dai soggetti presi in esame. Questi saranno intervistati dopo un periodo di osservazione e raccolta dati riguardo la loro attività. In particolare si vuole indagare il rapporto che i soggetti intrattengono con il territorio, quale rappresentazione ne danno, le motivazioni che gli hanno spinti a compiere queste scelte di indirizzo produttivo e di consumo, quale ruolo essi hanno svolto nei conflitti ambientali presenti nel contesto locale. Si vuole inoltre valutare se queste attività possano rappresentare possibili scenari futuri per un settore fortemente in crisi. Crisi, come dimostrano alcuni studi utilizzati in questo lavoro, da considerare come elemento strutturale in un sistema economico che non “tiene conto della natura” (Martinez – Alier 2004).File | Dimensione | Formato | |
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