L’attenzione verso le politiche di conciliazione vita-lavoro nell’ Unione europea, a partire dalla Strategia di Lisbona, rimanda ad una ridefinizione della politica sociale, che mira a farne il pilastro di un nuovo Welfare. In tale processo, l’enfasi passa dall’eguaglianza di genere a nuovi obiettivi, quali: l’espansione della base occupazionale, attraverso l’aumento dell’offerta di lavoro femminile; il contrasto all’esclusione sociale; il sostegno alla natalità; migliori opportunità per l’infanzia. Dopo aver illustrato la prospettiva dell’Unione europea in materia di conciliazione e le politiche adottate da un gruppo di paesi europei appartenenti a differenti regimi di welfare, il lavoro di tesi concentra l’attenzione sulle politiche e sulle pratiche di conciliazione, di tipo tradizionale e di “secondo welfare” , sperimentate in Italia, ponendone in evidenza limiti e rischi. L’espandersi delle iniziative di secondo welfare, in particolare, può generare un indebolimento degli incentivi alla ricalibratura del primo welfare, favorendo il mantenimento dello status quo e una conseguente delega al privato di provvedere a ciò che manca.

Politiche e pratiche di conciliazione italiane nel contesto europeo

Damiata, Daniela
2014/2015

Abstract

L’attenzione verso le politiche di conciliazione vita-lavoro nell’ Unione europea, a partire dalla Strategia di Lisbona, rimanda ad una ridefinizione della politica sociale, che mira a farne il pilastro di un nuovo Welfare. In tale processo, l’enfasi passa dall’eguaglianza di genere a nuovi obiettivi, quali: l’espansione della base occupazionale, attraverso l’aumento dell’offerta di lavoro femminile; il contrasto all’esclusione sociale; il sostegno alla natalità; migliori opportunità per l’infanzia. Dopo aver illustrato la prospettiva dell’Unione europea in materia di conciliazione e le politiche adottate da un gruppo di paesi europei appartenenti a differenti regimi di welfare, il lavoro di tesi concentra l’attenzione sulle politiche e sulle pratiche di conciliazione, di tipo tradizionale e di “secondo welfare” , sperimentate in Italia, ponendone in evidenza limiti e rischi. L’espandersi delle iniziative di secondo welfare, in particolare, può generare un indebolimento degli incentivi alla ricalibratura del primo welfare, favorendo il mantenimento dello status quo e una conseguente delega al privato di provvedere a ciò che manca.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
963961-1184814.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.06 MB
Formato Adobe PDF
1.06 MB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/9731