Questa tesi è il frutto di una ricerca di campo avvenuta presso il Museo Polare Etnografico “Silvio Zavatti” di Fermo. L’oggetto di studio è la figura poliedrica e atipica dello studioso che fondò l’unico Istituto Geografico Polare in Italia: Silvio Zavatti esploratore, antropologo, geografo, cartografo, professore, museografo e divulgatore scientifico. Il presente lavoro tenta lo studio di un modello etnografico: il percorso formativo, la costruzione della metodologia, la tipologia di scrittura, la preparazione del campo, attraverso l’analisi dei diari della quarta spedizione artica intrapresa da Zavatti nel 1963 nei dintorni della cittadina di Angmagssalik, nella costa orientale della Groenlandia. Cerca, inoltre, di costruire una sorta di conversazione con l’autore attraverso non solo gli oggetti raccolti ed esposti al museo, ma provando a costruire una rappresentazione, un confronto fra due immaginari di un luogo, fra chi c’è stato e chi ci andrà, proponendo una riflessione teorica che attraversa diversi ambiti, quali l’antropologia dello spazio, le geografie letterarie, immaginative e le antropologie della scrittura.
Nella terra dei sogni lontani: Silvio Zavatti in Groenlandia. Analisi di un modello etnografico: preparazione del campo, metodologia, scrittura e raccolta dati
Tronchin, Serena
2023/2024
Abstract
Questa tesi è il frutto di una ricerca di campo avvenuta presso il Museo Polare Etnografico “Silvio Zavatti” di Fermo. L’oggetto di studio è la figura poliedrica e atipica dello studioso che fondò l’unico Istituto Geografico Polare in Italia: Silvio Zavatti esploratore, antropologo, geografo, cartografo, professore, museografo e divulgatore scientifico. Il presente lavoro tenta lo studio di un modello etnografico: il percorso formativo, la costruzione della metodologia, la tipologia di scrittura, la preparazione del campo, attraverso l’analisi dei diari della quarta spedizione artica intrapresa da Zavatti nel 1963 nei dintorni della cittadina di Angmagssalik, nella costa orientale della Groenlandia. Cerca, inoltre, di costruire una sorta di conversazione con l’autore attraverso non solo gli oggetti raccolti ed esposti al museo, ma provando a costruire una rappresentazione, un confronto fra due immaginari di un luogo, fra chi c’è stato e chi ci andrà, proponendo una riflessione teorica che attraversa diversi ambiti, quali l’antropologia dello spazio, le geografie letterarie, immaginative e le antropologie della scrittura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/9706