Attraverso l’incrocio di fonti orali e fonti d’archivio ho ricostruito la vicenda della Safau di Udine, fabbrica siderurgica attiva dal 1942 al 1988. Ho proceduto intrecciando fra loro tre filoni d’indagine: la storia d’impresa e tecnologica, con particolare attenzione al ruolo della fabbrica friulana nello sviluppo di alcune innovazioni rilevanti nel panorama della siderurgia internazionale, la vicenda sociale dei lavoratori: contadini-operai sospesi fra il mondo agricolo e la fabbrica, protagonisti della peculiare via friulana allo sviluppo del Secondo dopoguerra, e, infine, il tema del patrimonio industriale immateriale, ovvero quel microcosmo socioculturale che sorge attorno ad una realtà industriale del passato e che ne rappresenta il lascito. Si tratta di una serie di elementi come le conoscenze e il know-how sviluppati spesso a partire da zero e tramandati poi di generazione in generazione, la formazione di un senso di comunità e di identità, le espressioni sociali e culturali come la quotidianità in fabbrica fra solidarietà e conflittualità, e poi tradizioni, storie e molti altri aspetti che assumono infinite declinazioni in rapporto all’ambiente in cui si manifestano, rappresentando un patrimonio dal grande valore storico che merita di essere salvato prima che il tempo lo condanni. Il filo conduttore che unisce le tre prospettive è l’approccio legato alla soggettività dei testimoni, alle loro percezioni dell’esperienza e alla memoria individuale e collettiva: storie di vita che si sono intersecate ognuna a proprio modo con un comune ambiente lavorativo, con il mondo della produzione dell’acciaio, con il territorio del Friuli e tutte le rispettive specificità.

Il patrimonio industriale immateriale dell’acciaio friulano. Storia e memoria della Safau di Udine e dei suoi lavoratori

Negro, Andrea
2022/2023

Abstract

Attraverso l’incrocio di fonti orali e fonti d’archivio ho ricostruito la vicenda della Safau di Udine, fabbrica siderurgica attiva dal 1942 al 1988. Ho proceduto intrecciando fra loro tre filoni d’indagine: la storia d’impresa e tecnologica, con particolare attenzione al ruolo della fabbrica friulana nello sviluppo di alcune innovazioni rilevanti nel panorama della siderurgia internazionale, la vicenda sociale dei lavoratori: contadini-operai sospesi fra il mondo agricolo e la fabbrica, protagonisti della peculiare via friulana allo sviluppo del Secondo dopoguerra, e, infine, il tema del patrimonio industriale immateriale, ovvero quel microcosmo socioculturale che sorge attorno ad una realtà industriale del passato e che ne rappresenta il lascito. Si tratta di una serie di elementi come le conoscenze e il know-how sviluppati spesso a partire da zero e tramandati poi di generazione in generazione, la formazione di un senso di comunità e di identità, le espressioni sociali e culturali come la quotidianità in fabbrica fra solidarietà e conflittualità, e poi tradizioni, storie e molti altri aspetti che assumono infinite declinazioni in rapporto all’ambiente in cui si manifestano, rappresentando un patrimonio dal grande valore storico che merita di essere salvato prima che il tempo lo condanni. Il filo conduttore che unisce le tre prospettive è l’approccio legato alla soggettività dei testimoni, alle loro percezioni dell’esperienza e alla memoria individuale e collettiva: storie di vita che si sono intersecate ognuna a proprio modo con un comune ambiente lavorativo, con il mondo della produzione dell’acciaio, con il territorio del Friuli e tutte le rispettive specificità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/9390