A causa dell’allarmante aumento in quantità e velocità delle emissioni di CO2 soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, il cambiamento climatico è stato ampiamente riconosciuto come una questione di rilevanza nazionale ed internazionale concernente quasi esclusivamente la sfera ambientale. Da più di un decennio risulta, tuttavia, evidente quanto variazioni repentine di temperatura rappresentino anche una notevole minaccia in chiave di sicurezza globale, richiedendo maggiore protezione tanto del singolo individuo quanto di un intero Stato. Difatti, attraverso l’attuazione di concrete politiche di sicurezza, Paesi in tutti i continenti stanno cercando di contrastare o quantomeno ridurre eventi meteorologici sempre più estremi, scarsità di risorse naturali e alimentari, possibili conflitti e migrazioni di popoli. Purtroppo, i Paesi poveri risultano esserne ad oggi le maggiori vittime. Proposte soprattutto da Paesi sviluppati, queste misure incrementano ulteriormente l’ineguaglianza sociale tra Paesi ricchi e non, essendo quest’ultimi privi di adeguati strumenti per la lotta al cambiamento climatico. L’Unione Europea e la NATO stanno quindi cercando di adottare diverse strategie di adattamento e mitigazione, adoperandosi non solo in loco ma anche nelle zone estere più a rischio. Invece l’Italia, dal canto suo, sta vertendo soprattutto a livello locale sulla sensibilizzazione dei propri cittadini nella salvaguardia di aree fragili, tra cui ghiacciai, il Delta del Po e Venezia.

Climate change: a current challenge for global security

Baldo, Martina
2021/2022

Abstract

A causa dell’allarmante aumento in quantità e velocità delle emissioni di CO2 soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, il cambiamento climatico è stato ampiamente riconosciuto come una questione di rilevanza nazionale ed internazionale concernente quasi esclusivamente la sfera ambientale. Da più di un decennio risulta, tuttavia, evidente quanto variazioni repentine di temperatura rappresentino anche una notevole minaccia in chiave di sicurezza globale, richiedendo maggiore protezione tanto del singolo individuo quanto di un intero Stato. Difatti, attraverso l’attuazione di concrete politiche di sicurezza, Paesi in tutti i continenti stanno cercando di contrastare o quantomeno ridurre eventi meteorologici sempre più estremi, scarsità di risorse naturali e alimentari, possibili conflitti e migrazioni di popoli. Purtroppo, i Paesi poveri risultano esserne ad oggi le maggiori vittime. Proposte soprattutto da Paesi sviluppati, queste misure incrementano ulteriormente l’ineguaglianza sociale tra Paesi ricchi e non, essendo quest’ultimi privi di adeguati strumenti per la lotta al cambiamento climatico. L’Unione Europea e la NATO stanno quindi cercando di adottare diverse strategie di adattamento e mitigazione, adoperandosi non solo in loco ma anche nelle zone estere più a rischio. Invece l’Italia, dal canto suo, sta vertendo soprattutto a livello locale sulla sensibilizzazione dei propri cittadini nella salvaguardia di aree fragili, tra cui ghiacciai, il Delta del Po e Venezia.
2021-07-16
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/9308