La laguna di Marano è stata interessata per svariati decenni da eventi di contaminazione legati alla presenza degli impianti industriali di Torviscosa e dell’ex area Caffaro; le pressioni ambientali subite hanno comportato l’inserimento dell’area nel novero dei S.I.N. Italiani. In realtà, la situazione ambientale della zona non è ancora stata investigata in modo olistico. All’interno di questo lavoro si è adottato un approccio interdisciplinare volto a costruire un quadro completo, seppur preliminare, della condizione ambientale del sito di interesse prendendo in considerazione sia i sedimenti che l’organismo target Ruditapes philippinarum e svolgendo sui primi analisi di tipo chimico (geospeciazione, estrazione totale di metalli e metalloidi) e sulla seconda analisi di tipo fisiologico (bioaccumulo di metalli e metalloidi, quantificazione di MT quali biomarker) e genetico (analisi di 16S mitocondriale e microsatelliti). I risultati conseguiti sono stati interpretati statisticamente in modo da mettere in luce le criticità ambientali che sono, infatti, deducibili solo attraverso una lettura integrata dei dati, la quale ha consentito di ben caratterizzare la zona. I dati ricavati dalle analisi genetiche, inoltre, corredano lo studio di un contributo volto a descrivere la collocazione filogenetica dei campioni di Marano rispetto a campioni della medesima specie provenienti da altri siti di coltivazione: laguna di Venezia, Delta del Po’ e Spagna (i cui dati sono stati reperiti in letteratura) e fornisce un contributo importante verso la realizzazione di un tool genetico per la tracciabilità e la sicurezza alimentare.
Qualità ambientale dei siti di coltivazione della vongola verace filippina Ruditapes philippinarum: un approccio integrato mediante Analisi Ambientali, Fisiologiche e Molecolari ai fini della Tracciabilità e Sicurezza Alimentare.
Breda, Silvia
2012/2013
Abstract
La laguna di Marano è stata interessata per svariati decenni da eventi di contaminazione legati alla presenza degli impianti industriali di Torviscosa e dell’ex area Caffaro; le pressioni ambientali subite hanno comportato l’inserimento dell’area nel novero dei S.I.N. Italiani. In realtà, la situazione ambientale della zona non è ancora stata investigata in modo olistico. All’interno di questo lavoro si è adottato un approccio interdisciplinare volto a costruire un quadro completo, seppur preliminare, della condizione ambientale del sito di interesse prendendo in considerazione sia i sedimenti che l’organismo target Ruditapes philippinarum e svolgendo sui primi analisi di tipo chimico (geospeciazione, estrazione totale di metalli e metalloidi) e sulla seconda analisi di tipo fisiologico (bioaccumulo di metalli e metalloidi, quantificazione di MT quali biomarker) e genetico (analisi di 16S mitocondriale e microsatelliti). I risultati conseguiti sono stati interpretati statisticamente in modo da mettere in luce le criticità ambientali che sono, infatti, deducibili solo attraverso una lettura integrata dei dati, la quale ha consentito di ben caratterizzare la zona. I dati ricavati dalle analisi genetiche, inoltre, corredano lo studio di un contributo volto a descrivere la collocazione filogenetica dei campioni di Marano rispetto a campioni della medesima specie provenienti da altri siti di coltivazione: laguna di Venezia, Delta del Po’ e Spagna (i cui dati sono stati reperiti in letteratura) e fornisce un contributo importante verso la realizzazione di un tool genetico per la tracciabilità e la sicurezza alimentare.File | Dimensione | Formato | |
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