La libertà di stampa è uno dei diritti fondamentali che ogni stato di diritto, insieme ai vari organi d'informazione, deve garantire ai suoi cittadini. Il diritto di libera stampa comprende anche le agenzie di giornalismo nonché il diritto alla consulta e alla raccolta d'informazione di qualsiasi genere. Direttamente connessa con le libertà di pensiero e di parola, la libertà di stampa rientra a pieno titolo tra i caratteri distintivi dei moderni stati democratici, nei quali apposite leggi e istituzioni tutelano la manifestazione del pensiero e il diritto di tutti i cittadini all'informazione. Sin dall'antichità è apparso chiaro il nesso esistente tra democrazia e libertà da un lato, e informazione, dall'altro. Lo stesso Aristotele aveva evidenziato come la democrazia possa prosperare unicamente in un contesto sociale basato sulla libertà. Tuttavia, l'esercizio di tale libertà richiede strumenti e conoscenze speciali, che possono derivare solo dall'informazione. Quest'ultima è dunque per Aristotele la pre-condizione essenziale della partecipazione democratica alla vita politica, oltre che uno strumento di accesso ai meccanismi di controllo sociale del potere. Negli ultimi secoli, con lo sviluppo dello stato democratico moderno e soprattutto con le innovazioni tecnologiche che nelle ultime decadi hanno interessato i mezzi d’informazione e comunicazione, il cittadino trova oggi in una condizione privilegiata poiché il più delle volte ha accesso all'informazione in maniera immediata e diretta. La distruzione dell'informazione da parte dello stato si colloca all'interno del concetto di “Trasparenza della Gestione Pubblica”, su cui si fonda il controllo reale dei cittadini sulle attività e le decisioni del Governo. Anche se tutti gli ordinamenti democratici prevedono la libertà d'informazione, di fatto non viene garantito un accesso reale ed effettivo all'informazione pubblica, così che i cittadini sono impediti di esercitare in pieno i loro diritti democratici. Non è dunque sufficiente l'esistenza di una normativa al riguardo, se non vi sono politiche nazionali chiare volte a garantire un'adeguata partecipazione del cittadino alla res Publica. La qualità dell'informazione in una società moderna è un indice della sua organizzazione sociale. Quanto migliori sono le istituzioni, tanto più facilmente gli interessi relativi sono formalmente rappresentati, tanto più questioni vengono chiarite, tanto più obiettivi sono i criteri adottati, tanto più perfettamente si può presentare come notizia una vicenda. Nella sua espressione migliore la stampa è serva e custode delle istituzioni; nella sua espressione peggiore è un mezzo mediante il quale alcuni sfruttano la disorganizzazione sociale ai propri fini particolari (Walter Lippman). Non a caso, il potere ha cercato di sottoporre l'attività dei mass media a rigidi controlli e censure, che però non sono riusciti ad arrestare quel bisogno di informazione e comunicazione pubblica veritiera e libera avvertito in modo particolare dalla borghesia in ascesa. In generale, i mass media sono diventati strumenti essenziali per la democrazia, a tal punto che per loro si è coniato il termine di quarto potere. È difficile non immaginare uno stato democratico in assenza di libera informazione, poiché verrebbe a mancare ai cittadini la possibilità di conoscere dati e fatti essenziali per giudicare l'azione di governo, per conoscere e confrontare programmi alternativi. Di conseguenza, non avrebbe più significato lo stesso esercizio del diritto di voto. La forma di oppressione più pericolosa e inquietante ai danni della libertà di stampa rimane purtroppo quella della violenza diretta contro giornali e singoli giornalisti. Attentati, minacce e aggressioni spesso intimidiscono anche la stampa più resistente e forte, togliendo la legittimazione del suo potere di denuncia sociale e rendendola impotente di fronte all'ingiustizia.

La negazione dei diritti di espressione e una democrazia in bilico: il caso dello Sri Lanka.

Yasasvin, Prasath
2021/2022

Abstract

La libertà di stampa è uno dei diritti fondamentali che ogni stato di diritto, insieme ai vari organi d'informazione, deve garantire ai suoi cittadini. Il diritto di libera stampa comprende anche le agenzie di giornalismo nonché il diritto alla consulta e alla raccolta d'informazione di qualsiasi genere. Direttamente connessa con le libertà di pensiero e di parola, la libertà di stampa rientra a pieno titolo tra i caratteri distintivi dei moderni stati democratici, nei quali apposite leggi e istituzioni tutelano la manifestazione del pensiero e il diritto di tutti i cittadini all'informazione. Sin dall'antichità è apparso chiaro il nesso esistente tra democrazia e libertà da un lato, e informazione, dall'altro. Lo stesso Aristotele aveva evidenziato come la democrazia possa prosperare unicamente in un contesto sociale basato sulla libertà. Tuttavia, l'esercizio di tale libertà richiede strumenti e conoscenze speciali, che possono derivare solo dall'informazione. Quest'ultima è dunque per Aristotele la pre-condizione essenziale della partecipazione democratica alla vita politica, oltre che uno strumento di accesso ai meccanismi di controllo sociale del potere. Negli ultimi secoli, con lo sviluppo dello stato democratico moderno e soprattutto con le innovazioni tecnologiche che nelle ultime decadi hanno interessato i mezzi d’informazione e comunicazione, il cittadino trova oggi in una condizione privilegiata poiché il più delle volte ha accesso all'informazione in maniera immediata e diretta. La distruzione dell'informazione da parte dello stato si colloca all'interno del concetto di “Trasparenza della Gestione Pubblica”, su cui si fonda il controllo reale dei cittadini sulle attività e le decisioni del Governo. Anche se tutti gli ordinamenti democratici prevedono la libertà d'informazione, di fatto non viene garantito un accesso reale ed effettivo all'informazione pubblica, così che i cittadini sono impediti di esercitare in pieno i loro diritti democratici. Non è dunque sufficiente l'esistenza di una normativa al riguardo, se non vi sono politiche nazionali chiare volte a garantire un'adeguata partecipazione del cittadino alla res Publica. La qualità dell'informazione in una società moderna è un indice della sua organizzazione sociale. Quanto migliori sono le istituzioni, tanto più facilmente gli interessi relativi sono formalmente rappresentati, tanto più questioni vengono chiarite, tanto più obiettivi sono i criteri adottati, tanto più perfettamente si può presentare come notizia una vicenda. Nella sua espressione migliore la stampa è serva e custode delle istituzioni; nella sua espressione peggiore è un mezzo mediante il quale alcuni sfruttano la disorganizzazione sociale ai propri fini particolari (Walter Lippman). Non a caso, il potere ha cercato di sottoporre l'attività dei mass media a rigidi controlli e censure, che però non sono riusciti ad arrestare quel bisogno di informazione e comunicazione pubblica veritiera e libera avvertito in modo particolare dalla borghesia in ascesa. In generale, i mass media sono diventati strumenti essenziali per la democrazia, a tal punto che per loro si è coniato il termine di quarto potere. È difficile non immaginare uno stato democratico in assenza di libera informazione, poiché verrebbe a mancare ai cittadini la possibilità di conoscere dati e fatti essenziali per giudicare l'azione di governo, per conoscere e confrontare programmi alternativi. Di conseguenza, non avrebbe più significato lo stesso esercizio del diritto di voto. La forma di oppressione più pericolosa e inquietante ai danni della libertà di stampa rimane purtroppo quella della violenza diretta contro giornali e singoli giornalisti. Attentati, minacce e aggressioni spesso intimidiscono anche la stampa più resistente e forte, togliendo la legittimazione del suo potere di denuncia sociale e rendendola impotente di fronte all'ingiustizia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/8859