La presente ricerca ha come obiettivo l’analisi dell’esperienza di governance pubblica della prostituzione nel Comune di Venezia attraverso il dispositivo dello zoning e la comprensione di tutti quei processi e dinamiche che hanno portato alla chiusura del corrispettivo servizio Città e Prostituzione nel 2015. Il focus verterà sull'analisi delle istanze politiche e sociali che hanno caratterizzato l’implementazione di questa sperimentazione operativa basata su una governance della prostituzione che fa della riduzione del danno e della conflittualità urbana il suo punto forte e sulle motivazioni del progressivo abbandono delle stesse istanze. Le trasformazioni che si sono susseguite nei vent’anni di vita del progetto si collegano ad un’enfasi sempre più marcata, a livello nazionale e locale, su quelle istanze repressive e securitarie che caratterizzano le sempre più apprezzate politiche di tolleranza zero. I risultati presentati sono il frutto di uno studio sul campo condotto nel Comune di Venezia tra il 2019 e il 2020, basato su materiale d’archivio depositato presso la Biblioteca Centro Donna di Mestre e interviste qualitative alle varie categorie di soggetti che hanno partecipato alla sua creazione ed implementazione: policy maker, funzionari delle forze dell’ordine, peer educator, operatrici ed operatori sociali, consiglieri di quartiere, assistenti sociali, il consultorio familiare di Mestre, sex worker e comitati cittadini. L’intento è dunque tracciare ed esaminare l’evoluzione storica, politica e sociale di questo peculiare modello di governance della prostituzione. L’ambizione della ricerca è dunque svelare le molteplici potenzialità di questo progetto e fungere da punto di partenza per affrontare le contraddizioni delle progettazioni future. L’analisi di questo modello di zoning può dirci infatti molto rispetto ai meccanismi che si instaurano tra sociale e pubblico, tra cittadinanza e politica, tra diritti negati e diritti garantiti, evitando il rischio di implementare quelle istanze di securitizzazione che colpevolizzano i singoli o gruppi di persone il cui comportamento viene considerato intollerabile a causa di giudizi legati alla costruzione classista, razzista e patriarcale del concetto di decoro e sicurezza.

Lo zoning (im)possibile: il caso Veneziano Analisi dell’evoluzione storica, politica e sociale della governance pubblica della prostituzione nel Comune di Venezia

Perin, Chiara
2020/2021

Abstract

La presente ricerca ha come obiettivo l’analisi dell’esperienza di governance pubblica della prostituzione nel Comune di Venezia attraverso il dispositivo dello zoning e la comprensione di tutti quei processi e dinamiche che hanno portato alla chiusura del corrispettivo servizio Città e Prostituzione nel 2015. Il focus verterà sull'analisi delle istanze politiche e sociali che hanno caratterizzato l’implementazione di questa sperimentazione operativa basata su una governance della prostituzione che fa della riduzione del danno e della conflittualità urbana il suo punto forte e sulle motivazioni del progressivo abbandono delle stesse istanze. Le trasformazioni che si sono susseguite nei vent’anni di vita del progetto si collegano ad un’enfasi sempre più marcata, a livello nazionale e locale, su quelle istanze repressive e securitarie che caratterizzano le sempre più apprezzate politiche di tolleranza zero. I risultati presentati sono il frutto di uno studio sul campo condotto nel Comune di Venezia tra il 2019 e il 2020, basato su materiale d’archivio depositato presso la Biblioteca Centro Donna di Mestre e interviste qualitative alle varie categorie di soggetti che hanno partecipato alla sua creazione ed implementazione: policy maker, funzionari delle forze dell’ordine, peer educator, operatrici ed operatori sociali, consiglieri di quartiere, assistenti sociali, il consultorio familiare di Mestre, sex worker e comitati cittadini. L’intento è dunque tracciare ed esaminare l’evoluzione storica, politica e sociale di questo peculiare modello di governance della prostituzione. L’ambizione della ricerca è dunque svelare le molteplici potenzialità di questo progetto e fungere da punto di partenza per affrontare le contraddizioni delle progettazioni future. L’analisi di questo modello di zoning può dirci infatti molto rispetto ai meccanismi che si instaurano tra sociale e pubblico, tra cittadinanza e politica, tra diritti negati e diritti garantiti, evitando il rischio di implementare quelle istanze di securitizzazione che colpevolizzano i singoli o gruppi di persone il cui comportamento viene considerato intollerabile a causa di giudizi legati alla costruzione classista, razzista e patriarcale del concetto di decoro e sicurezza.
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