L'elaborato analizza il pensiero filosofico di H. U. von Balthasar, uno dei più importanti teologi del Novecento. Gli studi filosofici più recenti tendono a guardare all'estetica di von Balthasar, concentrandosi spesso sulla prima parte della trilogia, la "Gloria". Tuttavia, il pensiero di von Balthasar è assai complesso, e senza una piena comprensione della dottrina classica dei trascendentali si potrebbe facilmente ridurre l'intero pensiero alla sola fenomenologia, all'apparire dell'essere, al finito, al frammento. L'oggetto fondamentale della riflessione balthasariana, tuttavia, è il trascendentale "unum": la grande questione affrontata dal teologo elvetico è il senso dell'Intero dell'essere, è il fondamento dell'apparire. Nel presente lavoro, dunque, si guarda all'ultima parte della trilogia, la "Teologica" (in particolare il primo libro), che si concentra sul trascendentale "verum". Il teologo elvetico, entrando in dialogo con il pensiero filosofico contemporaneo (in particolare quello tedesco), ha saputo intrecciare magistralmente la filosofia e la teologia, rileggendo nel Novecento, dopo le crisi dell'immanenza (modernità) e della finitezza (contemporaneità) le categorie fondamentali dell'ontologia metafisica: le questioni della "distinctio realis", della "analogia entis" e dei trascendentali rivelano la bellezza come primo trascendentale relazionale che capace di rivelare la bontà e la verità dell'uno, dell'Intero dell'essere. L'ontologia metafisica di von Balthasar, inoltre, introduce fortemente la categoria della libertà all'interno del discorso sul senso dell'Intero dell'essere, dando così fondamento a un discorso metafisico e forte sull'antropologia. In sintesi, solo un pensiero filosofico forte sul senso dell'Intero dell'essere è capace di affiancare il discorso teologico e di illuminare ogni studio umano della verità di sé, del mondo e di Dio. Appare chiaro come per von Balthasar non è tanto la la teologia ad aver bisogno della filosofia; ma è la filosofia, che se vuole essere leale a sé stessa, deve considerare l'ipotesi della rivelazione cristiana come la rivelazione del senso dell'essere, e deve quindi proporre un pensiero filosofico forte capace di guardare alla verità dell'essere: la bellezza non è solo l'apparire ma è lo splendore del vero, cioè del senso dell'Intero dell'essere. Per von Balthasar, la teologia illumina la filosofia e la filosofia illumina la teologia: sebbene lo statuto epistemologico sia diverso, esse si intrecciano e creano un cammino umano verso il senso dell'Intero. Il presente elaborato vuole metter luce a questo cammino umano verso il vero, mostrando il tratto profondo metafisico del pensiero balthasariano.
LO SPLENDORE DELLA VERITA' DELL'ESSERE Ontologia metafisica e meta-antropologia nella "Teologica" di H. U. von Balthasar
Andrighetti, Francesco
2020/2021
Abstract
L'elaborato analizza il pensiero filosofico di H. U. von Balthasar, uno dei più importanti teologi del Novecento. Gli studi filosofici più recenti tendono a guardare all'estetica di von Balthasar, concentrandosi spesso sulla prima parte della trilogia, la "Gloria". Tuttavia, il pensiero di von Balthasar è assai complesso, e senza una piena comprensione della dottrina classica dei trascendentali si potrebbe facilmente ridurre l'intero pensiero alla sola fenomenologia, all'apparire dell'essere, al finito, al frammento. L'oggetto fondamentale della riflessione balthasariana, tuttavia, è il trascendentale "unum": la grande questione affrontata dal teologo elvetico è il senso dell'Intero dell'essere, è il fondamento dell'apparire. Nel presente lavoro, dunque, si guarda all'ultima parte della trilogia, la "Teologica" (in particolare il primo libro), che si concentra sul trascendentale "verum". Il teologo elvetico, entrando in dialogo con il pensiero filosofico contemporaneo (in particolare quello tedesco), ha saputo intrecciare magistralmente la filosofia e la teologia, rileggendo nel Novecento, dopo le crisi dell'immanenza (modernità) e della finitezza (contemporaneità) le categorie fondamentali dell'ontologia metafisica: le questioni della "distinctio realis", della "analogia entis" e dei trascendentali rivelano la bellezza come primo trascendentale relazionale che capace di rivelare la bontà e la verità dell'uno, dell'Intero dell'essere. L'ontologia metafisica di von Balthasar, inoltre, introduce fortemente la categoria della libertà all'interno del discorso sul senso dell'Intero dell'essere, dando così fondamento a un discorso metafisico e forte sull'antropologia. In sintesi, solo un pensiero filosofico forte sul senso dell'Intero dell'essere è capace di affiancare il discorso teologico e di illuminare ogni studio umano della verità di sé, del mondo e di Dio. Appare chiaro come per von Balthasar non è tanto la la teologia ad aver bisogno della filosofia; ma è la filosofia, che se vuole essere leale a sé stessa, deve considerare l'ipotesi della rivelazione cristiana come la rivelazione del senso dell'essere, e deve quindi proporre un pensiero filosofico forte capace di guardare alla verità dell'essere: la bellezza non è solo l'apparire ma è lo splendore del vero, cioè del senso dell'Intero dell'essere. Per von Balthasar, la teologia illumina la filosofia e la filosofia illumina la teologia: sebbene lo statuto epistemologico sia diverso, esse si intrecciano e creano un cammino umano verso il senso dell'Intero. Il presente elaborato vuole metter luce a questo cammino umano verso il vero, mostrando il tratto profondo metafisico del pensiero balthasariano.File | Dimensione | Formato | |
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