Il lavoro si concentra sull’analisi delle sinestesie, dal punto di vista retorico, nella poesia di Giovanni Pascoli (in particolare vengono prese in esame le figure contenute nelle raccolte “Poesie varie”, “Myricae” e “Canti di Castelvecchio”). Il versante stilistico non esclude però quello psicologico: l’universo sinestetico, infatti, non nasce come puro ornamento letterario, ma ha origine da un preciso processo mentale nel quale si verifica l’associazione di percezioni sensoriali di ambito differente. Lo studio rivela, quindi, quella che Joan Gutia definisce la “vita sensoriale” dell’autore. Le sinestesie sono state esaminate, in relazione al loro contesto, dal punto di vista morfologico e semantico; è stato possibile individuare delle tendenze generali e notare che la sinestesia pascoliana abbraccia sovente altre figure retoriche, principalmente l’ipallage e la personificazione. Inoltre, considerando i percorsi europei della peculiare figura intersensoriale, sono stati messi in luce dei paralleli tra sinestesie presenti nei testi di Pascoli ed altre, fortemente similari, che compaiono in autori precedenti (come Dante, Carducci) e successivi (ad esempio d’Annunzio e Montale), cercando di individuare una continuità nell’uso di alcune espressioni sinestetiche nella letteratura.
Itinerari sinestetici nella poesia di Giovanni Pascoli
Basei, Matilde
2016/2017
Abstract
Il lavoro si concentra sull’analisi delle sinestesie, dal punto di vista retorico, nella poesia di Giovanni Pascoli (in particolare vengono prese in esame le figure contenute nelle raccolte “Poesie varie”, “Myricae” e “Canti di Castelvecchio”). Il versante stilistico non esclude però quello psicologico: l’universo sinestetico, infatti, non nasce come puro ornamento letterario, ma ha origine da un preciso processo mentale nel quale si verifica l’associazione di percezioni sensoriali di ambito differente. Lo studio rivela, quindi, quella che Joan Gutia definisce la “vita sensoriale” dell’autore. Le sinestesie sono state esaminate, in relazione al loro contesto, dal punto di vista morfologico e semantico; è stato possibile individuare delle tendenze generali e notare che la sinestesia pascoliana abbraccia sovente altre figure retoriche, principalmente l’ipallage e la personificazione. Inoltre, considerando i percorsi europei della peculiare figura intersensoriale, sono stati messi in luce dei paralleli tra sinestesie presenti nei testi di Pascoli ed altre, fortemente similari, che compaiono in autori precedenti (come Dante, Carducci) e successivi (ad esempio d’Annunzio e Montale), cercando di individuare una continuità nell’uso di alcune espressioni sinestetiche nella letteratura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/743