L'obiettivo della tesi è la ricostruzione dei paleoincendi avvenuti durante l'ultimo millennio attraverso lo studio di traccianti organici molecolari contenuti in una stalagmite proveniente dalla grotta australiana KNI-51. È stata quindi condotta l’analisi gas cromatografica accoppiata a spettrometria di massa di 18 idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e 26 n-alcani, al fine di ricostruire la storia dei fuochi e la composizione della vegetazione nella zona. Si tratta di un approccio innovativo sia per la metodologia d’analisi dei composti target in questa matrice, sia per l’applicazione in campo paleoambientale. L’analisi di IPA negli speleotemi non ha infatti precedenti, e dal punto di vista chimico-analitico sono richiesti accorgimenti ed attrezzature particolari, in ragione delle scarse concentrazioni presenti. I risultati ottenuti, insieme all’utilizzo di indici specifici, consentono di caratterizzare i fuochi sulla base della frequenza e dell’intensità, l’abbondanza e la composizione della vegetazione, e i processi post-deposizionali mediati dalla comunità microbica. Con il supporto dei dati isotopici e della radiodatazione, è possibile la ricostruzione storica dei paleoincendi e la comprensione delle relazioni causa-effetto tra vegetazione, clima e condizioni ambientali nella regione.

RECONSTRUCTING FIRE HISTORY FROM STALAGMITE ORGANIC COMPOUNDS: A HIGH RESOLUTION STUDY FROM NORTHWESTERN AUSTRALIA

Baltieri, Mattia
2019/2020

Abstract

L'obiettivo della tesi è la ricostruzione dei paleoincendi avvenuti durante l'ultimo millennio attraverso lo studio di traccianti organici molecolari contenuti in una stalagmite proveniente dalla grotta australiana KNI-51. È stata quindi condotta l’analisi gas cromatografica accoppiata a spettrometria di massa di 18 idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e 26 n-alcani, al fine di ricostruire la storia dei fuochi e la composizione della vegetazione nella zona. Si tratta di un approccio innovativo sia per la metodologia d’analisi dei composti target in questa matrice, sia per l’applicazione in campo paleoambientale. L’analisi di IPA negli speleotemi non ha infatti precedenti, e dal punto di vista chimico-analitico sono richiesti accorgimenti ed attrezzature particolari, in ragione delle scarse concentrazioni presenti. I risultati ottenuti, insieme all’utilizzo di indici specifici, consentono di caratterizzare i fuochi sulla base della frequenza e dell’intensità, l’abbondanza e la composizione della vegetazione, e i processi post-deposizionali mediati dalla comunità microbica. Con il supporto dei dati isotopici e della radiodatazione, è possibile la ricostruzione storica dei paleoincendi e la comprensione delle relazioni causa-effetto tra vegetazione, clima e condizioni ambientali nella regione.
2019-10-21
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