La Cina, grazie alle sue innovazioni tecnologiche, è uno dei paesi più all'avanguardia al mondo, tuttavia, nell’analizzare il percorso che il Celeste Impero ha compiuto verso la trasformazione in un paese “moderno”, è impossibile tralasciare la figura della donna e l’impatto che politica, economia e diritto hanno avuto sulla questione di genere. La tradizione confuciana-patriarcale per secoli ha relegato la donna in norme di "femminilità" che la limitavano fisicamente e socialmente ed essere inferiore agli uomini, il vero spartiacque per i diritti delle donne fu la Rivoluzione Comunista che portò al potere il PCC nel 1949 con a capo Mao Tse-tung. La questione di genere venne presa in agenda dal Partito come propaganda per il consolidamento dell'ideologia socialista, senza preoccuparsi realmente di ottenere l'uguaglianza tra i sessi in termini di diritti ma piuttosto di forza lavoro, sostenendo che la partecipazione al lavoro sociale era il primo passo per ottenere la tanto agognata emancipazione; così, di fatto, le donne avrebbero iniziato a sostenere effettivamente “l'altra metà del cielo”. Il mio elaborato analizza la questione femminile partendo da un excursus storico sulla situazione legata ai diritti delle donne all'alba della Repubblica e le origini della politica di genere nel PCC, attraversando gli anni che hanno visto Mao al potere e le politiche attuate con lo scopo di costruire uno Stato Socialista, verrà poi posto l'accento sulla propaganda del Grande Balzo in Avanti ed i limiti della Liberazione ad esso connessi, per concludere con le ripercussioni che la Rivoluzione Culturale ha avuto sull'identità di genere, evidenziando la questione per i diritti delle donne come oggetto di propaganda politica che ha visto un processo di mascolinizzazione femminile e l'attuazione del programma del 1968 ,“shangshan xiaxiang”, proposto da Mao, ovvero, la migrazione forzata di migliaia di giovani istruite, le ragazze “Zhiqing”, dalle città alle campagne, ai fini di allevare futuri rivoluzionari con lo scopo di illustrare le problematiche incontrate da queste giovani ragazze nell'adattarsi alla vita rurale e le difficoltà avute nell’integrarsi nuovamente nel contesto urbano.
L'altra metà del cielo nella Cina di Mao: l'eredità della Rivoluzione Culturale (1966-1969)
Castronuovo, Delfina Vittoria
2020/2021
Abstract
La Cina, grazie alle sue innovazioni tecnologiche, è uno dei paesi più all'avanguardia al mondo, tuttavia, nell’analizzare il percorso che il Celeste Impero ha compiuto verso la trasformazione in un paese “moderno”, è impossibile tralasciare la figura della donna e l’impatto che politica, economia e diritto hanno avuto sulla questione di genere. La tradizione confuciana-patriarcale per secoli ha relegato la donna in norme di "femminilità" che la limitavano fisicamente e socialmente ed essere inferiore agli uomini, il vero spartiacque per i diritti delle donne fu la Rivoluzione Comunista che portò al potere il PCC nel 1949 con a capo Mao Tse-tung. La questione di genere venne presa in agenda dal Partito come propaganda per il consolidamento dell'ideologia socialista, senza preoccuparsi realmente di ottenere l'uguaglianza tra i sessi in termini di diritti ma piuttosto di forza lavoro, sostenendo che la partecipazione al lavoro sociale era il primo passo per ottenere la tanto agognata emancipazione; così, di fatto, le donne avrebbero iniziato a sostenere effettivamente “l'altra metà del cielo”. Il mio elaborato analizza la questione femminile partendo da un excursus storico sulla situazione legata ai diritti delle donne all'alba della Repubblica e le origini della politica di genere nel PCC, attraversando gli anni che hanno visto Mao al potere e le politiche attuate con lo scopo di costruire uno Stato Socialista, verrà poi posto l'accento sulla propaganda del Grande Balzo in Avanti ed i limiti della Liberazione ad esso connessi, per concludere con le ripercussioni che la Rivoluzione Culturale ha avuto sull'identità di genere, evidenziando la questione per i diritti delle donne come oggetto di propaganda politica che ha visto un processo di mascolinizzazione femminile e l'attuazione del programma del 1968 ,“shangshan xiaxiang”, proposto da Mao, ovvero, la migrazione forzata di migliaia di giovani istruite, le ragazze “Zhiqing”, dalle città alle campagne, ai fini di allevare futuri rivoluzionari con lo scopo di illustrare le problematiche incontrate da queste giovani ragazze nell'adattarsi alla vita rurale e le difficoltà avute nell’integrarsi nuovamente nel contesto urbano.File | Dimensione | Formato | |
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