Con il termine lavoro forzato o obbligatorio si intende il lavoro imposto come costrizione della libertà di un individuo. Indica “ogni lavoro o servizio estorto sotto minaccia di una punizione o per il quale detta persona non si sia offerta spontaneamente La pietra miliare del riconoscimento e della tutela dei diritti sociali a livello internazionale è la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” redatto dalle Nazioni Unite con Risoluzione del 1948. Essa costituisce il fondamento della creazione degli standard internazionali dei diritti umani e un primo strumento di protezione degli stessi, e definisce tutte le fattispecie di diritti fondamentali da tutelare, inoltre rappresenta il punto di riferimento da cui si sono sviluppati successivamente tutti quegli atti che in miglior modo hanno definito l’insieme di diritti sociali riconducibili all’essere umano e che necessitano di tutela. Successivamente i principi inscritti nella dichiarazione hanno assunto carattere vincolante. Tra i diritti sociali, ma anche individuali della persona, quello al lavoro è probabilmente il diritto che necessita di maggior interessamento a causa della stretta connessione con il fenomeno della globalizzazione delle economie e dei mercati. Il processo di globalizzazione economica si è tradotto nella ricerca del puro profitto economico, causando un’inasprimento delle violazione dei diritti dell’uomo, in particolare quello del lavoro, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Oltre a ciò, viene ad accrescersi il divario sociale tra la popolazione più povera e i pochissimi che detengono la maggior parte delle ricchezze: basti pensare che dal 2010, 3,6 miliardi di persone, ossia la metà della popolazione mondiale, ha subito una contrazione della propria quota di ricchezza di circa 1.000 miliardi di dollari: una diminuzione del 41%, nonostante l’incremento demografico di 400 milioni di nuovi nati nel medesimo periodo. I numerosi problemi posti in essere dalla globalizzazione quindi, devono essere affrontati attraverso strumenti normativi più efficaci ed articolati rispetto al passato, in quanto le problematiche sociali ed economiche (dumping sociale, dumping normativo, law shopping, diritti umani, decent work etc.) a cui far fronte divengono sempre più complesse e coinvolgono sempre più soggetti a livello globale. Fondamentale è il nuovo ruolo che le imprese (soprattutto le multinazionali) e gli stati sono chiamati ad assumere col fine di garantire e tutelare il lavoratore e combattere ogni fattispecie di sfruttamento, in primo luogo nei paesi in cui i diritti umani e soprattutto quelli del lavoro non vengono rispettati.Lo scopo di questa tesi è di analizzare come i diritti umani in Myanmar non vengano rispettati da molto tempo: il Paese difatti è sotto osservazione dal 1960 per le continue violazioni delle Convenzioni sul lavoro forzato, imposto da decenni sia da agenti privati che dallo stato, a causa della dittatura militare presente. Vengono quindi analizzati il background storico e attuale del Paese insieme all’economia e alla legislazione nazionale attualmente vigente. Rilevante importanza verrà dedicata alla situazione dei diritti umani, in particolare allo sfruttamento del lavoro forzat.Si illustra come le violazioni dei diritti umani e lo sfruttamento del lavoro forzato in Myanmar (Birmania) siano stati affrontati dalle organizzazioni internazionali più rilevanti, ossia l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO o OIL), e gli strumenti internazionali con i quali si tenta di porre fine a tali trasgressioni. Si analizza infine il processo di profondo cambiamento in atto nel Paese, le relazioni e le nuove prospettive internazionali e commerciali con le altre nazioni, le nuove possibilità di investimento che si delineano per il Paese.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro e le politiche di contrasto al lavoro forzato: Il caso Myanmar
Novello, Lisa
2016/2017
Abstract
Con il termine lavoro forzato o obbligatorio si intende il lavoro imposto come costrizione della libertà di un individuo. Indica “ogni lavoro o servizio estorto sotto minaccia di una punizione o per il quale detta persona non si sia offerta spontaneamente La pietra miliare del riconoscimento e della tutela dei diritti sociali a livello internazionale è la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” redatto dalle Nazioni Unite con Risoluzione del 1948. Essa costituisce il fondamento della creazione degli standard internazionali dei diritti umani e un primo strumento di protezione degli stessi, e definisce tutte le fattispecie di diritti fondamentali da tutelare, inoltre rappresenta il punto di riferimento da cui si sono sviluppati successivamente tutti quegli atti che in miglior modo hanno definito l’insieme di diritti sociali riconducibili all’essere umano e che necessitano di tutela. Successivamente i principi inscritti nella dichiarazione hanno assunto carattere vincolante. Tra i diritti sociali, ma anche individuali della persona, quello al lavoro è probabilmente il diritto che necessita di maggior interessamento a causa della stretta connessione con il fenomeno della globalizzazione delle economie e dei mercati. Il processo di globalizzazione economica si è tradotto nella ricerca del puro profitto economico, causando un’inasprimento delle violazione dei diritti dell’uomo, in particolare quello del lavoro, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Oltre a ciò, viene ad accrescersi il divario sociale tra la popolazione più povera e i pochissimi che detengono la maggior parte delle ricchezze: basti pensare che dal 2010, 3,6 miliardi di persone, ossia la metà della popolazione mondiale, ha subito una contrazione della propria quota di ricchezza di circa 1.000 miliardi di dollari: una diminuzione del 41%, nonostante l’incremento demografico di 400 milioni di nuovi nati nel medesimo periodo. I numerosi problemi posti in essere dalla globalizzazione quindi, devono essere affrontati attraverso strumenti normativi più efficaci ed articolati rispetto al passato, in quanto le problematiche sociali ed economiche (dumping sociale, dumping normativo, law shopping, diritti umani, decent work etc.) a cui far fronte divengono sempre più complesse e coinvolgono sempre più soggetti a livello globale. Fondamentale è il nuovo ruolo che le imprese (soprattutto le multinazionali) e gli stati sono chiamati ad assumere col fine di garantire e tutelare il lavoratore e combattere ogni fattispecie di sfruttamento, in primo luogo nei paesi in cui i diritti umani e soprattutto quelli del lavoro non vengono rispettati.Lo scopo di questa tesi è di analizzare come i diritti umani in Myanmar non vengano rispettati da molto tempo: il Paese difatti è sotto osservazione dal 1960 per le continue violazioni delle Convenzioni sul lavoro forzato, imposto da decenni sia da agenti privati che dallo stato, a causa della dittatura militare presente. Vengono quindi analizzati il background storico e attuale del Paese insieme all’economia e alla legislazione nazionale attualmente vigente. Rilevante importanza verrà dedicata alla situazione dei diritti umani, in particolare allo sfruttamento del lavoro forzat.Si illustra come le violazioni dei diritti umani e lo sfruttamento del lavoro forzato in Myanmar (Birmania) siano stati affrontati dalle organizzazioni internazionali più rilevanti, ossia l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO o OIL), e gli strumenti internazionali con i quali si tenta di porre fine a tali trasgressioni. Si analizza infine il processo di profondo cambiamento in atto nel Paese, le relazioni e le nuove prospettive internazionali e commerciali con le altre nazioni, le nuove possibilità di investimento che si delineano per il Paese.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/5828