L'importazione di rifiuti pericolosi in Cina è un fenomeno che ha iniziato a svilupparsi già prima degli anni ottanta, e ancora oggi rappresenta un grave problema. Infatti, in molti Paesi OCSE, la combinazione di severe leggi ambientali e degli alti costi del lavoro, ha portato a un notevole aumento dell'esportazione di rifiuti, in particolare di prodotti elettrici ed elettronici, verso i Paesi non OCSE, in primis la Cina. Qui i costi di riciclaggio sono più bassi e, inoltre, dai prodotti importati è possibile ricavare materie prime, di cui la Cina è scarsamente dotata. Questo fenomeno causa però gravi danni ambientali e per la salute umana, in quanto il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti avviene spesso a livello informale, senza l'adozione di dispositivi di protezione individuali e ambientali. Per questo la Cina, a partire dalla ratifica, il 17 dicembre 1991, della "Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione", ha emanato molte leggi, misure e regolamenti nel tentativo limitare l'importazione di rifiuti. Tuttavia, si tratta di norme a volte generali e, spesso, scarsamente applicate. Grandi quantità di rifiuti pericolosi continuano infatti a essere importate ogni anno, principalmente attraverso il contrabbando e la corruzione. Molto dovrà quindi ancora essere fatto per garantire la piena applicazione di questo quadro legislativo, e da questo punto di vista sarà sempre più importante la collaborazione internazionale.
L'importazione di rifiuti pericolosi in Cina: evoluzione legislativa dopo la Convenzione di Basilea.
Silingardi, Beatrice
2014/2015
Abstract
L'importazione di rifiuti pericolosi in Cina è un fenomeno che ha iniziato a svilupparsi già prima degli anni ottanta, e ancora oggi rappresenta un grave problema. Infatti, in molti Paesi OCSE, la combinazione di severe leggi ambientali e degli alti costi del lavoro, ha portato a un notevole aumento dell'esportazione di rifiuti, in particolare di prodotti elettrici ed elettronici, verso i Paesi non OCSE, in primis la Cina. Qui i costi di riciclaggio sono più bassi e, inoltre, dai prodotti importati è possibile ricavare materie prime, di cui la Cina è scarsamente dotata. Questo fenomeno causa però gravi danni ambientali e per la salute umana, in quanto il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti avviene spesso a livello informale, senza l'adozione di dispositivi di protezione individuali e ambientali. Per questo la Cina, a partire dalla ratifica, il 17 dicembre 1991, della "Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione", ha emanato molte leggi, misure e regolamenti nel tentativo limitare l'importazione di rifiuti. Tuttavia, si tratta di norme a volte generali e, spesso, scarsamente applicate. Grandi quantità di rifiuti pericolosi continuano infatti a essere importate ogni anno, principalmente attraverso il contrabbando e la corruzione. Molto dovrà quindi ancora essere fatto per garantire la piena applicazione di questo quadro legislativo, e da questo punto di vista sarà sempre più importante la collaborazione internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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