La tesi si propone di analizzare passo a passo le dinamiche geopolitiche, economiche e culturali che caratterizzano il rapporto tra Cina e Africa. Negli ultimi trent’anni, si sono succeduti una serie di interventi nella politica estera cinese, atti a incrementare la percezione dell’operato cinese agli occhi del resto del mondo, uno di questi è rappresentato proprio dalla strategia attuata in terra africana. Nel nuovo assetto internazionale si assiste al progressivo declino delle potenze occidentali: abbandonato il ruolo di potenze coloniali, esse non possono far altro che assistere alla crescita economica africana, senza poter dire di averne merito; inoltre, l’impatto della crisi economico-finanziaria degli ultimi anni, ha contribuito a indebolire la credibilità di questi paesi come fonti di investimenti per risollevare il destino africano. In questo spazio lasciato vuoto da Europa e Stati Uniti si è venuta a inserire la Cina che, in nome della vecchia solidarietà tra paesi del Terzo Mondo, è riuscita in breve tempo a penetrare abilmente e capillarmente nel territorio africano e ad attuare la propria politica basata sul concetto di win-win cooperation. Partendo dalla concessione di prestiti e dalla costruzione di infrastrutture, scuole, ospedali ed edifici pubblici, Pechino è arrivata oggi a ottenere la fiducia sia delle leadership che delle masse africane, facendo leva su uno scambio culturale che a detta degli esperti occidentali è una mera forma di neocolonialismo. Gli attori occidentali cercano di condannare l’approccio cinese in Africa attraverso l’operato dei mass media, dei diplomatici e delle stesse Organizzazioni Non Governative, ma a causa anche della premessa di rispettare gli standard di governance e di rispetto dei diritti umani che pone come condizione sine qua non per ogni investimento, l’Occidente si ritrova a non avere più influenza sul territorio africano, quindi la sua opinione, nell’attuale equilibrio geopolitico mondiale, viene letta da molti come vano tentativo di arginare l’ascesa egemonica cinese. Attraversando un percorso di analisi storica, economica, politica e culturale sono state messe in luce le dinamiche che hanno favorito il sodalizio sino-africano, il quale ha portato alla progressiva emarginazione delle potenze occidentali dal territorio e alla conseguente crescita cinese, soprattutto all’interno della gerarchia diplomatica internazionale (grazie all’appoggio dei paesi africani). Il particolare focus sullo Zambia, è servito a mostrare quanto possa esser determinante l’impatto della presenza cinese in Africa in tutte le sfaccettature di analisi possibili (commerciali, culturali, politiche ecc.). L’intero elaborato si serve di testi scritti da autori occidentali, dell’analisi di numerosi articoli provenienti da testate giornalistiche cinesi, africane e occidentali, della osservazione di video-reportage girati in Africa ma, soprattutto, del fondamentale apporto arrecato dalle interviste fatte direttamente ai cittadini africani che vivono a Pechino. Attraverso questi strumenti, è stato infine possibile dimostrare l’incongruenza tra l’immagine della presenza cinese in Africa che ci viene dipinta dagli attori occidentali e la testimonianza diretta delle popolazioni che stanno vivendo in prima persona le conseguenze della collaborazione sino-africana; tutto ciò ha permesso di superare gli stereotipi dettati dai mass media occidentali, ma soprattutto ha fatto sì che i riflettori che negli ultimi anni erano accesi solo sul Medio Oriente, venissero ripuntati sull’Africa, sulle sue esigenze e sul suo ruolo fondamentale come futura possibile grande potenza mondiale.
La presenza cinese in Africa tra stereotipi occidentali e percezioni africane.
Biacchi, Valeria
2013/2014
Abstract
La tesi si propone di analizzare passo a passo le dinamiche geopolitiche, economiche e culturali che caratterizzano il rapporto tra Cina e Africa. Negli ultimi trent’anni, si sono succeduti una serie di interventi nella politica estera cinese, atti a incrementare la percezione dell’operato cinese agli occhi del resto del mondo, uno di questi è rappresentato proprio dalla strategia attuata in terra africana. Nel nuovo assetto internazionale si assiste al progressivo declino delle potenze occidentali: abbandonato il ruolo di potenze coloniali, esse non possono far altro che assistere alla crescita economica africana, senza poter dire di averne merito; inoltre, l’impatto della crisi economico-finanziaria degli ultimi anni, ha contribuito a indebolire la credibilità di questi paesi come fonti di investimenti per risollevare il destino africano. In questo spazio lasciato vuoto da Europa e Stati Uniti si è venuta a inserire la Cina che, in nome della vecchia solidarietà tra paesi del Terzo Mondo, è riuscita in breve tempo a penetrare abilmente e capillarmente nel territorio africano e ad attuare la propria politica basata sul concetto di win-win cooperation. Partendo dalla concessione di prestiti e dalla costruzione di infrastrutture, scuole, ospedali ed edifici pubblici, Pechino è arrivata oggi a ottenere la fiducia sia delle leadership che delle masse africane, facendo leva su uno scambio culturale che a detta degli esperti occidentali è una mera forma di neocolonialismo. Gli attori occidentali cercano di condannare l’approccio cinese in Africa attraverso l’operato dei mass media, dei diplomatici e delle stesse Organizzazioni Non Governative, ma a causa anche della premessa di rispettare gli standard di governance e di rispetto dei diritti umani che pone come condizione sine qua non per ogni investimento, l’Occidente si ritrova a non avere più influenza sul territorio africano, quindi la sua opinione, nell’attuale equilibrio geopolitico mondiale, viene letta da molti come vano tentativo di arginare l’ascesa egemonica cinese. Attraversando un percorso di analisi storica, economica, politica e culturale sono state messe in luce le dinamiche che hanno favorito il sodalizio sino-africano, il quale ha portato alla progressiva emarginazione delle potenze occidentali dal territorio e alla conseguente crescita cinese, soprattutto all’interno della gerarchia diplomatica internazionale (grazie all’appoggio dei paesi africani). Il particolare focus sullo Zambia, è servito a mostrare quanto possa esser determinante l’impatto della presenza cinese in Africa in tutte le sfaccettature di analisi possibili (commerciali, culturali, politiche ecc.). L’intero elaborato si serve di testi scritti da autori occidentali, dell’analisi di numerosi articoli provenienti da testate giornalistiche cinesi, africane e occidentali, della osservazione di video-reportage girati in Africa ma, soprattutto, del fondamentale apporto arrecato dalle interviste fatte direttamente ai cittadini africani che vivono a Pechino. Attraverso questi strumenti, è stato infine possibile dimostrare l’incongruenza tra l’immagine della presenza cinese in Africa che ci viene dipinta dagli attori occidentali e la testimonianza diretta delle popolazioni che stanno vivendo in prima persona le conseguenze della collaborazione sino-africana; tutto ciò ha permesso di superare gli stereotipi dettati dai mass media occidentali, ma soprattutto ha fatto sì che i riflettori che negli ultimi anni erano accesi solo sul Medio Oriente, venissero ripuntati sull’Africa, sulle sue esigenze e sul suo ruolo fondamentale come futura possibile grande potenza mondiale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/4441