La famiglia fondata sul matrimonio non costituisce più un’entità assoluta e questo è oramai un dato inconfutabile. La storia e l’antropologia ci insegnano che la famiglia è un sistema in continuo divenire. C’è sempre una “cultura” che decide che cosa sia la “natura”. La famiglia è cambiata, si è trasformata, scissa, moltiplicata, rinnovata. Non è più solo nucleare, tradizionale, patriarcale. Nuovi modelli hanno preso vita. I casi sembravano tutto sommato isolati, sporadici, anomali, irripetibili. Genitori e figli diversi sembravano appartenere alla minoranza sino a quando le statistiche e i dati non hanno cominciato a fare rumore e la famiglia da tradizionale è allora diventata alternativa. Quando oltre alla trasformazione sociale si ha avuto anche un’innovazione tecnologica sulle tecniche di procreazione assistita, si è allora cominciato a parlare anche di famiglia omogenitoriale. In Italia le coppie omosessuali con figli continuano a crescere ma, a differenza di quanto accade in altri paesi, questa realtà è immersa in un vuoto giuridico. Ciò di cui mai, o raramente, si sente parlare è il fatto che queste famiglie sono già presenti e i loro bisogni non possono essere congelati in attesa di scoprire quale posizione vincerà. Scopo di questo elaborato è quello di presentare una riflessione che, attraverso una rassegna delle ricerche e alcune testimonianze, ha l’obbiettivo di far conoscere la realtà delle famiglie omogenitoriali e di comprendere come avviene l’accoglienza dei loro figli nei servizi. Si tratta di rendere visibile l’invisibile. Crescere in famiglie omogenitoriali può essere infatti un problema di impatto tra famiglie omogenitoriali e il mondo esterno, la scuola e gli altri sistemi di socializzazione. Se nel rapporto diretto con le altre persone si riesce, nella quasi totalità dei casi, a superare le reticenze spesso legate alla poca informazione, quando ci si confronta con le leggi e con la politica le distanze diventano incolmabili e i vuoti si trasformano in voragini. Con buone leggi (o almeno esistenti) i servizi però sarebbero pronti o perlomeno molto più avanti dell’attuale politica. Ho dunque voluto conoscere la realtà italiana in merito alla visibilità delle famiglie omogenitoriali e all’apertura dei servizi verso questi nuovi tipi di famiglie. Questo è anche un incentivo ad un dibattito che dovrebbe nutrirsi più di fatti e meno di pregiudizi. La conoscenza è il più potente mezzo per demolire i luoghi comuni e i pregiudizi che affliggono la genitorialità omosessuale. C’è bisogno di aprirsi ad un mondo differente. Né migliore, né peggiore, semplicemente differente. Il riconoscimento delle famiglie omosessuali, che di fatto già esistono, non toglie valore alla società, semmai ne aggiunge. È poi necessario guardare oltre la tradizione. Essa in quanto tale non può giustificare la discriminazione: si pensi a quante “tradizioni” hanno penalizzato la vita delle donne, dei neri o degli schiavi. In attesa di un cambiamento che sembra ancora lontano, queste famiglie combattono ogni giorno con a fianco un grande alleato: l’amore. Gandhi diceva “sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”, ed è proprio quello che stanno facendo con grande coraggio. Con questo lavoro anche io voglio dare il mio, seppur piccolo, contributo.
Le Famiglie Omogenitoriali in Italia
Dal Castello, Ilenia
2016/2017
Abstract
La famiglia fondata sul matrimonio non costituisce più un’entità assoluta e questo è oramai un dato inconfutabile. La storia e l’antropologia ci insegnano che la famiglia è un sistema in continuo divenire. C’è sempre una “cultura” che decide che cosa sia la “natura”. La famiglia è cambiata, si è trasformata, scissa, moltiplicata, rinnovata. Non è più solo nucleare, tradizionale, patriarcale. Nuovi modelli hanno preso vita. I casi sembravano tutto sommato isolati, sporadici, anomali, irripetibili. Genitori e figli diversi sembravano appartenere alla minoranza sino a quando le statistiche e i dati non hanno cominciato a fare rumore e la famiglia da tradizionale è allora diventata alternativa. Quando oltre alla trasformazione sociale si ha avuto anche un’innovazione tecnologica sulle tecniche di procreazione assistita, si è allora cominciato a parlare anche di famiglia omogenitoriale. In Italia le coppie omosessuali con figli continuano a crescere ma, a differenza di quanto accade in altri paesi, questa realtà è immersa in un vuoto giuridico. Ciò di cui mai, o raramente, si sente parlare è il fatto che queste famiglie sono già presenti e i loro bisogni non possono essere congelati in attesa di scoprire quale posizione vincerà. Scopo di questo elaborato è quello di presentare una riflessione che, attraverso una rassegna delle ricerche e alcune testimonianze, ha l’obbiettivo di far conoscere la realtà delle famiglie omogenitoriali e di comprendere come avviene l’accoglienza dei loro figli nei servizi. Si tratta di rendere visibile l’invisibile. Crescere in famiglie omogenitoriali può essere infatti un problema di impatto tra famiglie omogenitoriali e il mondo esterno, la scuola e gli altri sistemi di socializzazione. Se nel rapporto diretto con le altre persone si riesce, nella quasi totalità dei casi, a superare le reticenze spesso legate alla poca informazione, quando ci si confronta con le leggi e con la politica le distanze diventano incolmabili e i vuoti si trasformano in voragini. Con buone leggi (o almeno esistenti) i servizi però sarebbero pronti o perlomeno molto più avanti dell’attuale politica. Ho dunque voluto conoscere la realtà italiana in merito alla visibilità delle famiglie omogenitoriali e all’apertura dei servizi verso questi nuovi tipi di famiglie. Questo è anche un incentivo ad un dibattito che dovrebbe nutrirsi più di fatti e meno di pregiudizi. La conoscenza è il più potente mezzo per demolire i luoghi comuni e i pregiudizi che affliggono la genitorialità omosessuale. C’è bisogno di aprirsi ad un mondo differente. Né migliore, né peggiore, semplicemente differente. Il riconoscimento delle famiglie omosessuali, che di fatto già esistono, non toglie valore alla società, semmai ne aggiunge. È poi necessario guardare oltre la tradizione. Essa in quanto tale non può giustificare la discriminazione: si pensi a quante “tradizioni” hanno penalizzato la vita delle donne, dei neri o degli schiavi. In attesa di un cambiamento che sembra ancora lontano, queste famiglie combattono ogni giorno con a fianco un grande alleato: l’amore. Gandhi diceva “sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”, ed è proprio quello che stanno facendo con grande coraggio. Con questo lavoro anche io voglio dare il mio, seppur piccolo, contributo.File | Dimensione | Formato | |
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