Il ventennio del primo Novecento ha introdotto nuovi concetti nell’intendere e fare politica. Ha affermato un neologismo, il fascismo, per il quale è difficile dare una definizione univoca. A distanza di anni è stato usato per definire molteplici aspetti o atteggiamenti, complicando ancora di più il tentativo di circoscriverlo. La complicazione riguarda non solo il fascismo ma tutto ciò che ruotava attorno ad esso. Quindi una possibilità per cercare di uscire da questa difficoltà, perché i materiali e gli studi che lo riguardano sono tantissimi, è di isolare una sua emanazione, come nel caso dell’argomento del presente lavoro ossia la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, finora indagata sul piano principalmente militare. Il materiale a disposizione non è molto a causa del mancato versamento, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, degli archivi da parte di alcune istituzioni dello Stato. L’attività di ricerca ha preso l’avvio dalla descrizione della situazione economica sociale che si è verificata nel primo dopoguerra, in particolare per la città di Venezia e territori limitrofi per analizzare la struttura operativa che si era data la Milizia e le sue diramazioni sul territorio. L’organizzazione del personale inserito nei ranghi della Milizia era costituito da una varietà di condizioni personali: ufficiali fuori quadro, ufficiali in servizio permanente, figure subalterne e temporanee e personale combattente. Molti ex squadristi avevano necessità pratiche di impiego e l’istituzione della Milizia fungeva da cassa di compensazione. Nei primi tempi della sua esistenza non veniva esercitato alcun controllo sulle qualità degli aspiranti militi in quanto una cospicua forza il cui numero bastava a far decadere le intenzioni di opposizione dei competitori politici; solamente a potere consolidato presero avvio delle procedure di espulsione. Compito principale della Milizia era di mantenere sempre acceso il ricordo degli anni che precedettero la sua istituzione. La Milizia si è servita più di ogni altra istituzione o forza armata di un mezzo fino ad allora sconosciuto: la propaganda ed essa stessa costituiva la migliore pubblicità per il fascismo. Il Partito in sostanza aveva bisogno della Milizia non solo a salvaguardia del fascismo da ogni aggressione, come dalla declaratoria della sua istituzione, ma anche perché poteva essere esibita come espressione di forza del partito stesso . Il governo fascista necessitava di visibilità per ricordare alla gente la sua esistenza e potenza.
Venezia, il Partito Fascista e la Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.)
Zanta, Federico
2019/2020
Abstract
Il ventennio del primo Novecento ha introdotto nuovi concetti nell’intendere e fare politica. Ha affermato un neologismo, il fascismo, per il quale è difficile dare una definizione univoca. A distanza di anni è stato usato per definire molteplici aspetti o atteggiamenti, complicando ancora di più il tentativo di circoscriverlo. La complicazione riguarda non solo il fascismo ma tutto ciò che ruotava attorno ad esso. Quindi una possibilità per cercare di uscire da questa difficoltà, perché i materiali e gli studi che lo riguardano sono tantissimi, è di isolare una sua emanazione, come nel caso dell’argomento del presente lavoro ossia la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, finora indagata sul piano principalmente militare. Il materiale a disposizione non è molto a causa del mancato versamento, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, degli archivi da parte di alcune istituzioni dello Stato. L’attività di ricerca ha preso l’avvio dalla descrizione della situazione economica sociale che si è verificata nel primo dopoguerra, in particolare per la città di Venezia e territori limitrofi per analizzare la struttura operativa che si era data la Milizia e le sue diramazioni sul territorio. L’organizzazione del personale inserito nei ranghi della Milizia era costituito da una varietà di condizioni personali: ufficiali fuori quadro, ufficiali in servizio permanente, figure subalterne e temporanee e personale combattente. Molti ex squadristi avevano necessità pratiche di impiego e l’istituzione della Milizia fungeva da cassa di compensazione. Nei primi tempi della sua esistenza non veniva esercitato alcun controllo sulle qualità degli aspiranti militi in quanto una cospicua forza il cui numero bastava a far decadere le intenzioni di opposizione dei competitori politici; solamente a potere consolidato presero avvio delle procedure di espulsione. Compito principale della Milizia era di mantenere sempre acceso il ricordo degli anni che precedettero la sua istituzione. La Milizia si è servita più di ogni altra istituzione o forza armata di un mezzo fino ad allora sconosciuto: la propaganda ed essa stessa costituiva la migliore pubblicità per il fascismo. Il Partito in sostanza aveva bisogno della Milizia non solo a salvaguardia del fascismo da ogni aggressione, come dalla declaratoria della sua istituzione, ma anche perché poteva essere esibita come espressione di forza del partito stesso . Il governo fascista necessitava di visibilità per ricordare alla gente la sua esistenza e potenza.File | Dimensione | Formato | |
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