La morte e il corpo morto sono sempre stati un argomento delicato e al contempo inevitabile nella cultura russa, che è strettamente legata alla morte nella dimensione della memoria, dei rituali e della vita quotidiana. Negli anni di Stalin, l'ideologia sovietica estromise i morti dal campo visivo, i funerali dei cittadini furono privati del rito religioso e dell'individualità, il corpo umano subì il massimo livello di oggettivazione. Nonostante questo, la società sovietica diede origine a un culto dei morti eternamente viventi. I leader politici e gli eroi della Seconda Guerra Mondiale, eroi del lavoro, furono immortalati nell'arte monumentale e inclusi nei riti associati alla vita quotidiana del cittadino sovietico. Il punto di svolta nelle relazioni della società sovietica con il corpo morto fu il «Piano quinquennale dei funerali sontuosi», quando uno dopo l'altro morirono i membri più influenti dell'élite politica. Il tentativo di inserirli nella mitologia eroica sovietica non ebbe successo. In opposizione al realismo socialista, apparve il necrorealismo, i cui sostenitori si posizionarono come “morti più vivi di tutti i viventi” e organizzarono spettacoli progettati per spingere le norme sociali al cambiamento. Il prossimo grande shock sociale per la società russa fu il crollo dell’URSS, accompagnato dalla crescita di criminalità, la prima e la seconda guerra cecena, gli attacchi terroristici e la liberalizzazione. Questi fenomeni hanno portato ad un aumento della visibilità di morte e corpi dei morti nel campo visivo quotidiano e nei media, così come cambiamenti nei riti funebri. Il corpo del morto e la sua immagine iniziarono ad essere usati da azionisti e artisti nella forma più provocatoria, alcuni al limite dei principi dell'etica e della dignità umana. I simboli sovietici e in particolare il corpo di Lenin hanno ricevuto una nuova lettura. Nella società russa contemporanea, si può osservare l'inizio di una conversazione più aperta sulla morte e il corpo morto, sviluppo di Death studies. Il corpo morto è diventato emancipato e de-oggettivato. Nell’ambito artistico il corpo del morto non viene più usato in un modo dispettoso o disumanizzato, viene data più importanza all’empatia e al valore della vita in generale.

La morte e il corpo morto nell’arte tardo sovietica e contemporanea russa.

Voropaeva, Maria
2023/2024

Abstract

La morte e il corpo morto sono sempre stati un argomento delicato e al contempo inevitabile nella cultura russa, che è strettamente legata alla morte nella dimensione della memoria, dei rituali e della vita quotidiana. Negli anni di Stalin, l'ideologia sovietica estromise i morti dal campo visivo, i funerali dei cittadini furono privati del rito religioso e dell'individualità, il corpo umano subì il massimo livello di oggettivazione. Nonostante questo, la società sovietica diede origine a un culto dei morti eternamente viventi. I leader politici e gli eroi della Seconda Guerra Mondiale, eroi del lavoro, furono immortalati nell'arte monumentale e inclusi nei riti associati alla vita quotidiana del cittadino sovietico. Il punto di svolta nelle relazioni della società sovietica con il corpo morto fu il «Piano quinquennale dei funerali sontuosi», quando uno dopo l'altro morirono i membri più influenti dell'élite politica. Il tentativo di inserirli nella mitologia eroica sovietica non ebbe successo. In opposizione al realismo socialista, apparve il necrorealismo, i cui sostenitori si posizionarono come “morti più vivi di tutti i viventi” e organizzarono spettacoli progettati per spingere le norme sociali al cambiamento. Il prossimo grande shock sociale per la società russa fu il crollo dell’URSS, accompagnato dalla crescita di criminalità, la prima e la seconda guerra cecena, gli attacchi terroristici e la liberalizzazione. Questi fenomeni hanno portato ad un aumento della visibilità di morte e corpi dei morti nel campo visivo quotidiano e nei media, così come cambiamenti nei riti funebri. Il corpo del morto e la sua immagine iniziarono ad essere usati da azionisti e artisti nella forma più provocatoria, alcuni al limite dei principi dell'etica e della dignità umana. I simboli sovietici e in particolare il corpo di Lenin hanno ricevuto una nuova lettura. Nella società russa contemporanea, si può osservare l'inizio di una conversazione più aperta sulla morte e il corpo morto, sviluppo di Death studies. Il corpo morto è diventato emancipato e de-oggettivato. Nell’ambito artistico il corpo del morto non viene più usato in un modo dispettoso o disumanizzato, viene data più importanza all’empatia e al valore della vita in generale.
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