Jean Nouvel (1945), riflettendo sulle sfide del futuro dell’architettura contemporanea, sottolinea una nuova tendenza per l’architettura: «prolungare la vita degli edifici intrecciando l’esistente con le nuove invenzioni, come Viollet-le-Duc.» Non si tratterebbe solo di riflessioni legate all’aspetto ambientale e urbanistico ma anche e soprattutto alla conservazione del patrimonio architettonico e alla possibilità di alimentare un dialogo tra vecchio e nuovo «per arricchire quell’arte che è l’architettura, per coltivare l’ambiguità tra l’esistente e le nuove invenzioni per motivi culturali, artistici, stilistici, oltre che per potenziare l’immaginario.» Da queste considerazioni, obiettivo della tesi è quello di comprendere quanto la lettura della storia e il rispetto delle tradizioni valorizzato da soluzioni inventive possano determinare nuovi scenari per l’architettura contemporanea, grazie ad un sapiente lavoro di sintesi tra attività di restauro e di riconversione degli edifici esistenti. Partendo dalla comprensione dei dettami che guidano il restauro architettonico, vengono innanzitutto delineati i legami tra quest’ultimo e la riqualificazione del territorio come vera e propria necessità per la città contemporanea. Viene quindi analizzato il contributo teorico di Ernesto Nathan Rogers (1909 - 1969) sul concetto di “preesistenze ambientali” che avvalora lo studio del patrimonio esistente per lo sviluppo dell’architettura del domani. Secondo Rogers, in un’ottica di continuità con il passato, la progettazione potrà cogliere nelle preesistenze le soluzioni progettuali corrette per l’elaborazione dell’architettura contemporanea che con esse dovrà dialogare e convivere. Nella tesi vengono presi in esame alcuni interventi di restauro e recupero a livello internazionale e nazionale, facendo emergere gli aspetti conservativi e sperimentali che si possono instaurare sulle preesistenze. Si propone poi un’analisi specifica sulla possibilità di intervenire nel tessuto urbano di Venezia analizzando gli interventi del Fondaco dei Tedeschi e delle Procuratie Vecchie.
Architettura contemporanea come motore di riconversione del patrimonio esistente e di valorizzazione del territorio - tra conservazione tout court e sperimentazione formale e materica
Riffelli, Vittoria
2023/2024
Abstract
Jean Nouvel (1945), riflettendo sulle sfide del futuro dell’architettura contemporanea, sottolinea una nuova tendenza per l’architettura: «prolungare la vita degli edifici intrecciando l’esistente con le nuove invenzioni, come Viollet-le-Duc.» Non si tratterebbe solo di riflessioni legate all’aspetto ambientale e urbanistico ma anche e soprattutto alla conservazione del patrimonio architettonico e alla possibilità di alimentare un dialogo tra vecchio e nuovo «per arricchire quell’arte che è l’architettura, per coltivare l’ambiguità tra l’esistente e le nuove invenzioni per motivi culturali, artistici, stilistici, oltre che per potenziare l’immaginario.» Da queste considerazioni, obiettivo della tesi è quello di comprendere quanto la lettura della storia e il rispetto delle tradizioni valorizzato da soluzioni inventive possano determinare nuovi scenari per l’architettura contemporanea, grazie ad un sapiente lavoro di sintesi tra attività di restauro e di riconversione degli edifici esistenti. Partendo dalla comprensione dei dettami che guidano il restauro architettonico, vengono innanzitutto delineati i legami tra quest’ultimo e la riqualificazione del territorio come vera e propria necessità per la città contemporanea. Viene quindi analizzato il contributo teorico di Ernesto Nathan Rogers (1909 - 1969) sul concetto di “preesistenze ambientali” che avvalora lo studio del patrimonio esistente per lo sviluppo dell’architettura del domani. Secondo Rogers, in un’ottica di continuità con il passato, la progettazione potrà cogliere nelle preesistenze le soluzioni progettuali corrette per l’elaborazione dell’architettura contemporanea che con esse dovrà dialogare e convivere. Nella tesi vengono presi in esame alcuni interventi di restauro e recupero a livello internazionale e nazionale, facendo emergere gli aspetti conservativi e sperimentali che si possono instaurare sulle preesistenze. Si propone poi un’analisi specifica sulla possibilità di intervenire nel tessuto urbano di Venezia analizzando gli interventi del Fondaco dei Tedeschi e delle Procuratie Vecchie.File | Dimensione | Formato | |
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