Questa tesi prende in esame la rappresentazione della figura umana nell’arte del periodo Edo. L’obiettivo finale è di arrivare a comprendere quali fossero i principi estetici, oltre a quelli tecnici e stilistici, alla base dell’esecuzione dei ritratti, e quali fattori ne determinarono la loro presenza nell’arte giapponese. La ricerca parte dal dibattito che si è generato nel periodo Meiji fra gli artisti nihonga, considerati al tempo “tradizionali”, e gli artisti yōga, i sostenitori della pittura in stile europeo. La questione verteva sulla “corretta” raffigurazione della figura umana, e aveva dato vita ad un accanito scontro teorico fra l’accuratezza realistica e la resa ideale del soggetto umano. Questa tesi si pone quindi il compito di indagare l’origine di tale disputa teorico-artistica, la quale affonda le sue radici nel precedente periodo Edo, in quanto è tale periodo che ha visto la nascita e la teorizzazione dei principi dell’arte giapponese che entreranno poi in conflitto con quelli provenienti dall’arte europea, e che il successivo periodo Meiji erediterà. Per comprendere appieno gli ideali estetici alla base del pensiero artistico giapponese questa analisi si articola in quattro capitoli. Nel primo capitolo la ricerca si concentra sul contesto storico-culturale del periodo Edo. Al fine di cogliere tutta la sua complessità, l’attenzione viene rivolta al pensiero Neoconfuciano, base etica della società giapponese, alla stratificazione sociale che la compone e agli scambi che in quel periodo avvenivano con i paesi stranieri. Nel secondo capitolo si inizia a delineare il quadro teorico artistico di inizio Edo (1603 – 1750 circa), nel quale si affermano i primi manuali di disegno e il funpon, il primo metodo didattico artistico, come attestano le fonti qui esaminate. Nel terzo capitolo l’analisi si concentra sul secondo metodo didattico, detto shasei, che si afferma nella seconda parte del periodo Edo (1750 – 1830 circa) e che si pone in contrasto con il funpon del periodo precedente, in quanto considerato innovativo. Per studiare questa nuova tecnica vengono utilizzate le opere di Maruyama Ōkyo e i documenti di didattica di Tani Bunchō. Inoltre, in questo capitolo si presenta una panoramica completa del genere del ritratto giapponese, andando a definire quelle che sono state le caratteristiche estetiche principali. Nel quarto ed ultimo capitolo si affronta la rappresentazione del corpo umano alla fine del periodo Edo e inizio del periodo Meiji (1800 – 1870 circa). A tale scopo l’attenzione viene indirizzata sulla contaminazione che la didattica artistica giapponese subisce con l’arrivo dell’arte europea. Per determinare quale apporto ha avuto tale influenza nel cambiamento della didattica artistica vengono esaminati i documenti provenienti dall’Europa che in quel periodo circolavano in Giappone e inoltre risulta opportuno analizzare i lavori due artisti, Watanabe Kazan e Kawanabe Kyōsai, i quali dimostrano senza ombra di dubbio la presenza di questa contaminazione.

Lo studio e la rappresentazione della figura umana nell'arte del periodo Edo (1603 - 1868)

Formenton, Sara
2024/2025

Abstract

Questa tesi prende in esame la rappresentazione della figura umana nell’arte del periodo Edo. L’obiettivo finale è di arrivare a comprendere quali fossero i principi estetici, oltre a quelli tecnici e stilistici, alla base dell’esecuzione dei ritratti, e quali fattori ne determinarono la loro presenza nell’arte giapponese. La ricerca parte dal dibattito che si è generato nel periodo Meiji fra gli artisti nihonga, considerati al tempo “tradizionali”, e gli artisti yōga, i sostenitori della pittura in stile europeo. La questione verteva sulla “corretta” raffigurazione della figura umana, e aveva dato vita ad un accanito scontro teorico fra l’accuratezza realistica e la resa ideale del soggetto umano. Questa tesi si pone quindi il compito di indagare l’origine di tale disputa teorico-artistica, la quale affonda le sue radici nel precedente periodo Edo, in quanto è tale periodo che ha visto la nascita e la teorizzazione dei principi dell’arte giapponese che entreranno poi in conflitto con quelli provenienti dall’arte europea, e che il successivo periodo Meiji erediterà. Per comprendere appieno gli ideali estetici alla base del pensiero artistico giapponese questa analisi si articola in quattro capitoli. Nel primo capitolo la ricerca si concentra sul contesto storico-culturale del periodo Edo. Al fine di cogliere tutta la sua complessità, l’attenzione viene rivolta al pensiero Neoconfuciano, base etica della società giapponese, alla stratificazione sociale che la compone e agli scambi che in quel periodo avvenivano con i paesi stranieri. Nel secondo capitolo si inizia a delineare il quadro teorico artistico di inizio Edo (1603 – 1750 circa), nel quale si affermano i primi manuali di disegno e il funpon, il primo metodo didattico artistico, come attestano le fonti qui esaminate. Nel terzo capitolo l’analisi si concentra sul secondo metodo didattico, detto shasei, che si afferma nella seconda parte del periodo Edo (1750 – 1830 circa) e che si pone in contrasto con il funpon del periodo precedente, in quanto considerato innovativo. Per studiare questa nuova tecnica vengono utilizzate le opere di Maruyama Ōkyo e i documenti di didattica di Tani Bunchō. Inoltre, in questo capitolo si presenta una panoramica completa del genere del ritratto giapponese, andando a definire quelle che sono state le caratteristiche estetiche principali. Nel quarto ed ultimo capitolo si affronta la rappresentazione del corpo umano alla fine del periodo Edo e inizio del periodo Meiji (1800 – 1870 circa). A tale scopo l’attenzione viene indirizzata sulla contaminazione che la didattica artistica giapponese subisce con l’arrivo dell’arte europea. Per determinare quale apporto ha avuto tale influenza nel cambiamento della didattica artistica vengono esaminati i documenti provenienti dall’Europa che in quel periodo circolavano in Giappone e inoltre risulta opportuno analizzare i lavori due artisti, Watanabe Kazan e Kawanabe Kyōsai, i quali dimostrano senza ombra di dubbio la presenza di questa contaminazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/23645