Nel calcestruzzo utilizzato nelle moderne costruzioni, la comparsa di fessure è inevitabile per la scarsa resistenza a trazione del materiale cementizio. Queste accelerano il degrado della struttura andando a costruire percorsi interstiziali per l’ingresso di gas e acqua, aumentando fenomeni di corrosione del sistema o di eventuali armature interne. Per ovviare al problema la comunità scientifica sta sviluppando dei cementi “self-healing” (letteralmente “autoguarigione”), i quali hanno capacità autoriparante, senza l’intervento di azioni esterne, rendendo affidabili e più durature le costruzioni. Questo effetto di parziale recupero delle proprietà di resistenza meccanica del materiale originale è studiato con sistemi incapsulati oppure con l’aggiunta di fibre naturali. I sistemi incapsulati, precedentemente depositati sulle polveri di calce o comento, in fase di ricerca, vengono attivati tramite triggering (letteralmente “spaccamento”): una sollecitazione esterna di compressione che causa la fessurazione del provino, rottura della capsula e rilascio dell’agente riparante. Le fibre naturali, direttamente integrate nella matrice, stanno diventando particolarmente rilevanti per le industrie di costruzioni non solo per il loro comportamento chimico-fisico (ancora in fase di studio) ma anche in un’ottica di circular economy. In questo sistema, infatti, è previsto il riutilizzo di materiali di scarto o di materiali primi secondi.
Materiali innovativi nanocompositi di natura organica ed inorganica di interesse per le industrie di malte e cementi
Bidoggia, Jenny
2024/2025
Abstract
Nel calcestruzzo utilizzato nelle moderne costruzioni, la comparsa di fessure è inevitabile per la scarsa resistenza a trazione del materiale cementizio. Queste accelerano il degrado della struttura andando a costruire percorsi interstiziali per l’ingresso di gas e acqua, aumentando fenomeni di corrosione del sistema o di eventuali armature interne. Per ovviare al problema la comunità scientifica sta sviluppando dei cementi “self-healing” (letteralmente “autoguarigione”), i quali hanno capacità autoriparante, senza l’intervento di azioni esterne, rendendo affidabili e più durature le costruzioni. Questo effetto di parziale recupero delle proprietà di resistenza meccanica del materiale originale è studiato con sistemi incapsulati oppure con l’aggiunta di fibre naturali. I sistemi incapsulati, precedentemente depositati sulle polveri di calce o comento, in fase di ricerca, vengono attivati tramite triggering (letteralmente “spaccamento”): una sollecitazione esterna di compressione che causa la fessurazione del provino, rottura della capsula e rilascio dell’agente riparante. Le fibre naturali, direttamente integrate nella matrice, stanno diventando particolarmente rilevanti per le industrie di costruzioni non solo per il loro comportamento chimico-fisico (ancora in fase di studio) ma anche in un’ottica di circular economy. In questo sistema, infatti, è previsto il riutilizzo di materiali di scarto o di materiali primi secondi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/23275