Il Giappone nel corso degli ultimi decenni ha visto un aumento nel numero degli immigrati di origine straniera, non più solamente temporanei e legati a una necessità momentanea di lavorare e guadagnare il necessario per poter ritornare nella propria nazione di provenienza, ma sempre più protagonisti di migrazioni di tipo permanente e che inevitabilmente sono destinate a inserirsi nel tessuto sociale nipponico. Infatti, questi “nuovi” cittadini molto spesso sono accompagnati nel loro percorso migratorio dalla propria famiglia o addirittura decidono di legarsi in matrimonio con cittadini e cittadine giapponesi, vivendo sia nelle grandi metropoli e sia inserendosi nel tessuto sociale delle piccole città di provincia e, in ogni caso, determinando lo sviluppo di un multiculturalismo e di un atteggiamento di apertura verso “l’esterno” e il “diverso” che apparentemente non ha mai caratterizzato la società giapponese durante tutto il corso della sua storia. Nonostante parte delle forze politiche e dell’opinione pubblica veda questo fenomeno come unicamente temporaneo e indissolubilmente legato ad alcune fasi ben delineate di richiesta di forza lavoro a basso costo che prima o poi verranno risolte con un aumento dell’esternalizzazione all’estero delle aziende nipponiche e grazie a una maggiore automatizzazione dei processi produttivi, sono innegabili alcuni fattori determinanti che rendono al contempo il Giappone una nazione bisognosa di nuovi movimenti migratori verso l’interno dei suoi confini, come ad esempio il rapido invecchiamento della popolazione, il declino apparentemente inesorabile della stessa, la bassa natalità, l’aumento della necessità di lavoratori nei settori più umili e mal retribuiti conosciuti con il nome di 3K (kitsui, kitanai e kiken) ed evitati dagli stessi giapponesi e, infine, da una disparità sempre più evidente tra le condizioni di vita e le opportunità di guadagno economico in Giappone rispetto a quelle possibili nelle altre nazioni asiatiche. Questo lavoro verte su una ricerca generale relativa all’immigrazione in Giappone e alle sue principali caratteristiche, analizzando prima la storia della stessa in modo da comprendere più facilmente l’attuale condizione sociale dei cittadini di origine straniera presenti, elencando successivamente i diversi status attribuiti agli immigrati e le conseguenze di varia natura che scaturiscono da essi. Inoltre verrà affrontata anche una parte riferita alla presenza e all’impatto delle varie associazioni che si occupano degli stranieri e il ruolo dei media nipponici nel determinare la visione pubblica che viene attribuita agli immigrati in Giappone.

Immigrazione in Giappone

Costalunga, Nicola
2017/2018

Abstract

Il Giappone nel corso degli ultimi decenni ha visto un aumento nel numero degli immigrati di origine straniera, non più solamente temporanei e legati a una necessità momentanea di lavorare e guadagnare il necessario per poter ritornare nella propria nazione di provenienza, ma sempre più protagonisti di migrazioni di tipo permanente e che inevitabilmente sono destinate a inserirsi nel tessuto sociale nipponico. Infatti, questi “nuovi” cittadini molto spesso sono accompagnati nel loro percorso migratorio dalla propria famiglia o addirittura decidono di legarsi in matrimonio con cittadini e cittadine giapponesi, vivendo sia nelle grandi metropoli e sia inserendosi nel tessuto sociale delle piccole città di provincia e, in ogni caso, determinando lo sviluppo di un multiculturalismo e di un atteggiamento di apertura verso “l’esterno” e il “diverso” che apparentemente non ha mai caratterizzato la società giapponese durante tutto il corso della sua storia. Nonostante parte delle forze politiche e dell’opinione pubblica veda questo fenomeno come unicamente temporaneo e indissolubilmente legato ad alcune fasi ben delineate di richiesta di forza lavoro a basso costo che prima o poi verranno risolte con un aumento dell’esternalizzazione all’estero delle aziende nipponiche e grazie a una maggiore automatizzazione dei processi produttivi, sono innegabili alcuni fattori determinanti che rendono al contempo il Giappone una nazione bisognosa di nuovi movimenti migratori verso l’interno dei suoi confini, come ad esempio il rapido invecchiamento della popolazione, il declino apparentemente inesorabile della stessa, la bassa natalità, l’aumento della necessità di lavoratori nei settori più umili e mal retribuiti conosciuti con il nome di 3K (kitsui, kitanai e kiken) ed evitati dagli stessi giapponesi e, infine, da una disparità sempre più evidente tra le condizioni di vita e le opportunità di guadagno economico in Giappone rispetto a quelle possibili nelle altre nazioni asiatiche. Questo lavoro verte su una ricerca generale relativa all’immigrazione in Giappone e alle sue principali caratteristiche, analizzando prima la storia della stessa in modo da comprendere più facilmente l’attuale condizione sociale dei cittadini di origine straniera presenti, elencando successivamente i diversi status attribuiti agli immigrati e le conseguenze di varia natura che scaturiscono da essi. Inoltre verrà affrontata anche una parte riferita alla presenza e all’impatto delle varie associazioni che si occupano degli stranieri e il ruolo dei media nipponici nel determinare la visione pubblica che viene attribuita agli immigrati in Giappone.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/22439