Questa tesi si propone di indagare il fandom italiano relativo al fenomeno dello yaoi (e successivamente anche del Boys’ Love) originatosi in Giappone negli anni ’70 come prodotto della subcultura otaku. Nonostante spesso tra le stesse appassionate italiane questi due termini vengano usati indiscriminatamente come sinonimi, in Giappone sono ben distinti, difatti si definisce yaoi quel genere di produzione narrativo-artistica amatoriale a carattere parodistico prevalentemente femminile in cui vengono rappresentati in relazioni romantiche non intenzionali personaggi maschili tratti da anime, manga e videogiochi; mentre si distingue il Boys’ Love (d’ora in poi BL) come una categoria di prodotti commerciali originali nei quali vengono rappresentate relazioni omoerotiche, e sarà questa la suddivisione utilizzata a scopo di analisi nell’indagine. Intendo fornire una panoramica generale sull’ormai consolidato fenomeno dello yaoi/BL in Giappone, con particolare riferimento alle fan (autodefinitesi ironicamente fujoshi 腐女子, lett. “donne avariate”) attraverso i meccanismi e le dinamiche di fruizione, produzione e condivisione del genere con altre appassionate. Dopodiché ripercorrendo le modalità di diffusione/esportazione della pop culture giapponese nel contesto socioculturale italiano degli anni ‘90, mi propongo di delineare le modalità di ricezione e rielaborazione del genere in Italia fino ai giorni nostri. Con questa premessa ho intenzione soffermarmi sulle fan italiane – di cui buona parte si definiscono yaoiste – e analizzare i dati raccolti da un questionario diffuso in rete su scala nazionale da giugno a ottobre 2015 riguardante il loro rapporto con lo yaoi/BL per cercare di comprendere perché ne fruiscono ed annotare le eventuali differenze con le loro controparti nipponiche. Inoltre per comprendere meglio questo fenomeno e confrontare i risultati ottenuti, ho deciso di effettuare un lavoro di intervista e osservazione partecipante condotto in un gruppo di tre fan da ottobre a dicembre 2015.

La subcultura dello yaoi e del Boys’ Love: alla scoperta del fandom italiano attraverso le sue fantasie omoerotiche

Benedetti, Simone
2016/2017

Abstract

Questa tesi si propone di indagare il fandom italiano relativo al fenomeno dello yaoi (e successivamente anche del Boys’ Love) originatosi in Giappone negli anni ’70 come prodotto della subcultura otaku. Nonostante spesso tra le stesse appassionate italiane questi due termini vengano usati indiscriminatamente come sinonimi, in Giappone sono ben distinti, difatti si definisce yaoi quel genere di produzione narrativo-artistica amatoriale a carattere parodistico prevalentemente femminile in cui vengono rappresentati in relazioni romantiche non intenzionali personaggi maschili tratti da anime, manga e videogiochi; mentre si distingue il Boys’ Love (d’ora in poi BL) come una categoria di prodotti commerciali originali nei quali vengono rappresentate relazioni omoerotiche, e sarà questa la suddivisione utilizzata a scopo di analisi nell’indagine. Intendo fornire una panoramica generale sull’ormai consolidato fenomeno dello yaoi/BL in Giappone, con particolare riferimento alle fan (autodefinitesi ironicamente fujoshi 腐女子, lett. “donne avariate”) attraverso i meccanismi e le dinamiche di fruizione, produzione e condivisione del genere con altre appassionate. Dopodiché ripercorrendo le modalità di diffusione/esportazione della pop culture giapponese nel contesto socioculturale italiano degli anni ‘90, mi propongo di delineare le modalità di ricezione e rielaborazione del genere in Italia fino ai giorni nostri. Con questa premessa ho intenzione soffermarmi sulle fan italiane – di cui buona parte si definiscono yaoiste – e analizzare i dati raccolti da un questionario diffuso in rete su scala nazionale da giugno a ottobre 2015 riguardante il loro rapporto con lo yaoi/BL per cercare di comprendere perché ne fruiscono ed annotare le eventuali differenze con le loro controparti nipponiche. Inoltre per comprendere meglio questo fenomeno e confrontare i risultati ottenuti, ho deciso di effettuare un lavoro di intervista e osservazione partecipante condotto in un gruppo di tre fan da ottobre a dicembre 2015.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/22320