Con il presente lavoro ci proporremo di analizzare la produzione artistica di Dmitrij Aleksandrovič Prigov con un particolare occhio di riguardo ad una serie di opere grafiche che per motivi pratici accorpiamo sotto il nome di "Bestiarij". Artista eclettico ed attivo tanto nella produzione testuale quanto in quella visiva, Dmitrij Prigov è stato più volte indicato come una delle figure intellettuali più importanti del postmodernismo russo, in riferimento sopratutto a quelle opere poetiche -ma anche plastiche e performative- più innovative e più marcatamente legate alla riflessione intorno alla ricezione culturale da parte delle masse e, conseguentemente, al fenomeno della ripetitività, della velocità di fruizione e produzione culturale, alla sua riproducibilità. Per la sua somiglianza con le incisioni dei bestiari medievali, il ciclo di opere preso in esame pare, a prima vista, discostarsi enormemente dalle caratteristiche proprie del postmoderno e ancor di più da quella poetica concettualista alla quale Prigov viene associato, assumendo per questo un ruolo marginale nel corpus della sua produzione. Sarà il nostro intento dimostrare invece come la serie Bestiarij, nella produzione poliedrica di Dmitrij Aleksandrovič Prigov, sia stata una costante che ha accompagnato l'intera vita artistica dell'autore sin dagli anni accademici, costituendo quel fil rouge lungo il quale è possibile tracciare le varie fasi dell' evoluzione artistico-espressiva non solo di Prigov, ma anche della cultura russa del suo tempo. Fondamentali, in tal senso, saranno non solo una dovuta contestualizzazione in ambito russo del postmoderno e del concettualismo, ma anche e sopratutto l'analisi del processo semiotico di attribuzione di significato ad un segno. Questo processo sarà analizzato a partire dal contesto culturale che ha dato alla luce il genere del bestiario -il tardo ellenismo- tentando di comprendere quali suoi aspetti abbiano interessato l'autore. A partire da queste considerazioni, faremo un raffronto con il modello culturale del medioevo russo utilizzando gli strumenti teorici provenienti dalla culturologia e dalla semiotica, più propriamente quella di Jurij Michajlovič Lotman e di Boris Uspenskij, per comprendere la specificità della cultura russa. A tal proposito, non mancheremo di prendere in considerazione la formazione accademica dell'artista e il suo successivo interesse per le opere di Dionigi l'Areopagita: la tradizione dell'icona sarà considerata ai fini di un'analisi critica delle opere. La prima parte del nostro lavoro sarà poi messa a confronto con il contesto russo postmoderno tenendo conto delle dichiarazioni dell'artista e del suo interesse per il problema della crisi culturale ed antropologica contemporanea delineata nella sua “Nuova Antropologia”. Questo aspetto sarà messo in relazione all'estetica dei bestiari, trovandone riscontro nelle teorie di Michail Epštejn. Per mezzo di questo raffronto sarà fatta luce sulle strategie autoriali peculiari di Prigov (quali quella dell'image e della mercanie) intese come conseguenza di quella apofasia propria della identità autoriale delineata da Epštejn. Identità, linguaggio e processi culturali sono quindi aspetti strettamente connessi nella poetica del ciclo da noi esaminato e in grado di restituire un quadro interessante della contemporaneità russa, specie da un punto di vista semiotico. In questo modo ci proporremo di dimostrare non solo l' importanza dei Bestiarij nello studio dell percorso artistico e della poetica di una figura tra le più conosciute nella cultura russa contemporanea, ma anche di come questa serie possa essere considerata una interessante cartina al tornasole dei processi di produzione di modelli culturali, una sintesi e riconsiderazione del processo evolutivo della cultura russa contemporanea.

Dmitrij Aleksandrovič Prigov: Bestiarij

Dalla Bonta', Giada
2014/2015

Abstract

Con il presente lavoro ci proporremo di analizzare la produzione artistica di Dmitrij Aleksandrovič Prigov con un particolare occhio di riguardo ad una serie di opere grafiche che per motivi pratici accorpiamo sotto il nome di "Bestiarij". Artista eclettico ed attivo tanto nella produzione testuale quanto in quella visiva, Dmitrij Prigov è stato più volte indicato come una delle figure intellettuali più importanti del postmodernismo russo, in riferimento sopratutto a quelle opere poetiche -ma anche plastiche e performative- più innovative e più marcatamente legate alla riflessione intorno alla ricezione culturale da parte delle masse e, conseguentemente, al fenomeno della ripetitività, della velocità di fruizione e produzione culturale, alla sua riproducibilità. Per la sua somiglianza con le incisioni dei bestiari medievali, il ciclo di opere preso in esame pare, a prima vista, discostarsi enormemente dalle caratteristiche proprie del postmoderno e ancor di più da quella poetica concettualista alla quale Prigov viene associato, assumendo per questo un ruolo marginale nel corpus della sua produzione. Sarà il nostro intento dimostrare invece come la serie Bestiarij, nella produzione poliedrica di Dmitrij Aleksandrovič Prigov, sia stata una costante che ha accompagnato l'intera vita artistica dell'autore sin dagli anni accademici, costituendo quel fil rouge lungo il quale è possibile tracciare le varie fasi dell' evoluzione artistico-espressiva non solo di Prigov, ma anche della cultura russa del suo tempo. Fondamentali, in tal senso, saranno non solo una dovuta contestualizzazione in ambito russo del postmoderno e del concettualismo, ma anche e sopratutto l'analisi del processo semiotico di attribuzione di significato ad un segno. Questo processo sarà analizzato a partire dal contesto culturale che ha dato alla luce il genere del bestiario -il tardo ellenismo- tentando di comprendere quali suoi aspetti abbiano interessato l'autore. A partire da queste considerazioni, faremo un raffronto con il modello culturale del medioevo russo utilizzando gli strumenti teorici provenienti dalla culturologia e dalla semiotica, più propriamente quella di Jurij Michajlovič Lotman e di Boris Uspenskij, per comprendere la specificità della cultura russa. A tal proposito, non mancheremo di prendere in considerazione la formazione accademica dell'artista e il suo successivo interesse per le opere di Dionigi l'Areopagita: la tradizione dell'icona sarà considerata ai fini di un'analisi critica delle opere. La prima parte del nostro lavoro sarà poi messa a confronto con il contesto russo postmoderno tenendo conto delle dichiarazioni dell'artista e del suo interesse per il problema della crisi culturale ed antropologica contemporanea delineata nella sua “Nuova Antropologia”. Questo aspetto sarà messo in relazione all'estetica dei bestiari, trovandone riscontro nelle teorie di Michail Epštejn. Per mezzo di questo raffronto sarà fatta luce sulle strategie autoriali peculiari di Prigov (quali quella dell'image e della mercanie) intese come conseguenza di quella apofasia propria della identità autoriale delineata da Epštejn. Identità, linguaggio e processi culturali sono quindi aspetti strettamente connessi nella poetica del ciclo da noi esaminato e in grado di restituire un quadro interessante della contemporaneità russa, specie da un punto di vista semiotico. In questo modo ci proporremo di dimostrare non solo l' importanza dei Bestiarij nello studio dell percorso artistico e della poetica di una figura tra le più conosciute nella cultura russa contemporanea, ma anche di come questa serie possa essere considerata una interessante cartina al tornasole dei processi di produzione di modelli culturali, una sintesi e riconsiderazione del processo evolutivo della cultura russa contemporanea.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
809304-1165006.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.96 MB
Formato Adobe PDF
1.96 MB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/21880