La disabilità è un fenomeno che colpisce circa 650 milioni di persone nel mondo, le quali nella maggior parte dei casi sono costrette a vivere ai limiti della società e talvolta in condizioni di povertà. Una persona disabile infatti, è soggetta a diverse discriminazioni, a causa dei molteplici ostacoli imposti dalla struttura del contesto socio-economico in cui viviamo. La disabilità è considerata al contempo sia causa che effetto di povertà dal momento che una menomazione fisica o psichica, provocando emarginazione, espone per forza di cose le persone ad un rischio di povertà, il quale va a peggiorare ed aggravare ancora di più lo stato di disabilità della persona, dal momento che sarà per lei più difficile avere la possibilità e le risorse per accedere alle cure e ai servizi necessari per vivere dignitosamente. La disabilità è per tale motivo un fenomeno che è doveroso non sottovalutare, sia perché con l’invecchiamento della popolazione che si stima ci sarà nei prossimi anni, è destinato ad aumentare, sia perché, proprio per tale motivo, difficilmente lo Stato sarà in grado di provvedere, con adeguate misure assistenziali, a sostenerlo e finanziarlo, e pertanto è destinato ad divenire insostenibile da gestire mediante l’impostazione finora utilizzata. Le politiche attuate maggiormente in passato infatti, sono state spesso di carattere risarcitorio, più che di tipo inclusivo. Alla luce però delle azioni promosse negli ultimi decenni dall’ONU e dall’OIL, possiamo vedere come ci stia orientando verso una nuova direzione. Si è passati infatti da un modello medico della disabilità a uno di stampo sociale, in cui essa non viene più considerata come un problema da risolvere, o una malattia da guarire, ma come caratteristica della diversità umana, che come tale merita di essere tutelata e valorizzata. È sulla base di tale approccio che le politiche internazionali si stanno muovendo, al fine di promuovere società inclusive, che eliminino quegli ostacoli che creano difficoltà a tali persone nel partecipare alla vita della società stessa. Modelli inclusivi sono fondamentali anche per un rinnovamento all’interno del mondo del lavoro. Le aziende private e pubbliche devono gestire i luoghi di lavoro, in modo da far sì che ogni persona possa pienamente esprimere le sue capacità. È fondamentale capire i numerosi vantaggi che possono derivare dall’assunzione di persone disabili nei luoghi di lavoro, e superare le paure di possibili perdite di produttività ed efficienza. Le diversità umane vanno valorizzate, e per farlo è necessario un cambio di impostazione, sulla quale le organizzazioni internazionali si stanno impegnando per promuoverlo. Ponendo una particolare attenzione al diritto del lavoro, l’elaborato ha come obiettivo quello di mettere a confronto i progressi fatti, e le azioni a tal fine intraprese dalla normativa internazionale, europea e nazionale nel tutelare tale diritto fondamentale per ogni persona.

L'inclusione delle persone disabili nei luoghi di lavoro

Feltrin, Elena Teresa
2015/2016

Abstract

La disabilità è un fenomeno che colpisce circa 650 milioni di persone nel mondo, le quali nella maggior parte dei casi sono costrette a vivere ai limiti della società e talvolta in condizioni di povertà. Una persona disabile infatti, è soggetta a diverse discriminazioni, a causa dei molteplici ostacoli imposti dalla struttura del contesto socio-economico in cui viviamo. La disabilità è considerata al contempo sia causa che effetto di povertà dal momento che una menomazione fisica o psichica, provocando emarginazione, espone per forza di cose le persone ad un rischio di povertà, il quale va a peggiorare ed aggravare ancora di più lo stato di disabilità della persona, dal momento che sarà per lei più difficile avere la possibilità e le risorse per accedere alle cure e ai servizi necessari per vivere dignitosamente. La disabilità è per tale motivo un fenomeno che è doveroso non sottovalutare, sia perché con l’invecchiamento della popolazione che si stima ci sarà nei prossimi anni, è destinato ad aumentare, sia perché, proprio per tale motivo, difficilmente lo Stato sarà in grado di provvedere, con adeguate misure assistenziali, a sostenerlo e finanziarlo, e pertanto è destinato ad divenire insostenibile da gestire mediante l’impostazione finora utilizzata. Le politiche attuate maggiormente in passato infatti, sono state spesso di carattere risarcitorio, più che di tipo inclusivo. Alla luce però delle azioni promosse negli ultimi decenni dall’ONU e dall’OIL, possiamo vedere come ci stia orientando verso una nuova direzione. Si è passati infatti da un modello medico della disabilità a uno di stampo sociale, in cui essa non viene più considerata come un problema da risolvere, o una malattia da guarire, ma come caratteristica della diversità umana, che come tale merita di essere tutelata e valorizzata. È sulla base di tale approccio che le politiche internazionali si stanno muovendo, al fine di promuovere società inclusive, che eliminino quegli ostacoli che creano difficoltà a tali persone nel partecipare alla vita della società stessa. Modelli inclusivi sono fondamentali anche per un rinnovamento all’interno del mondo del lavoro. Le aziende private e pubbliche devono gestire i luoghi di lavoro, in modo da far sì che ogni persona possa pienamente esprimere le sue capacità. È fondamentale capire i numerosi vantaggi che possono derivare dall’assunzione di persone disabili nei luoghi di lavoro, e superare le paure di possibili perdite di produttività ed efficienza. Le diversità umane vanno valorizzate, e per farlo è necessario un cambio di impostazione, sulla quale le organizzazioni internazionali si stanno impegnando per promuoverlo. Ponendo una particolare attenzione al diritto del lavoro, l’elaborato ha come obiettivo quello di mettere a confronto i progressi fatti, e le azioni a tal fine intraprese dalla normativa internazionale, europea e nazionale nel tutelare tale diritto fondamentale per ogni persona.
2015-03-05
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/20971