La presente tesi intende analizzare la costruzione dell’identità palestinese nell’opera della scrittrici contemporanee Susan Abulhawa e Nathalie Handal. Il caso della Palestina ha originato una letteratura unica che ruota attorno al concetto di ritorno e esilio. Nello specifico contesto della scrittura femminile, la narrazione diventa un tentativo personale e politico di ritornare, passando attraverso il gender che inevitabilmente si intreccia con ogni esperienza. Dopo aver contestualizzato la Palestina nella cultura araba e in una cornice storica, la tesi esplora la relazione di Mornings in Jenin con la storia personale e collettiva, sottolineando le differenze con la tradizionale letteratura palestinese. Inoltre, particolare attenzione è data all’analisi del concetto di maternità e fino a che punto la lontananza dal figlio è traducibile come metafora della lontananza dalla madrepatria. Infine, è presa in considerazione l’opera di Nathalie Handal Lives of the Rain in quanto testamento poliedrico e transnazionale delle sofferenze palestinesi. Inoltre, il suo background multiculturale permette alla scrittrice di estendere il concetto palestinese di ghurba, un sentimento di assenza della patria e nostalgia per questa, anche alle vittime e ai profughi non palestinesi. Nella poesia di Handal la memoria ha una rilevanza particolare, sia nella forma di sforzo collettivo sia di viaggio personale alla riscoperta delle proprie radici.

“Dressed in olive branches and cracked happiness”: Palestinian identity in Susan Abulhawa and Nathalie Handal

Altomani, Lisa
2017/2018

Abstract

La presente tesi intende analizzare la costruzione dell’identità palestinese nell’opera della scrittrici contemporanee Susan Abulhawa e Nathalie Handal. Il caso della Palestina ha originato una letteratura unica che ruota attorno al concetto di ritorno e esilio. Nello specifico contesto della scrittura femminile, la narrazione diventa un tentativo personale e politico di ritornare, passando attraverso il gender che inevitabilmente si intreccia con ogni esperienza. Dopo aver contestualizzato la Palestina nella cultura araba e in una cornice storica, la tesi esplora la relazione di Mornings in Jenin con la storia personale e collettiva, sottolineando le differenze con la tradizionale letteratura palestinese. Inoltre, particolare attenzione è data all’analisi del concetto di maternità e fino a che punto la lontananza dal figlio è traducibile come metafora della lontananza dalla madrepatria. Infine, è presa in considerazione l’opera di Nathalie Handal Lives of the Rain in quanto testamento poliedrico e transnazionale delle sofferenze palestinesi. Inoltre, il suo background multiculturale permette alla scrittrice di estendere il concetto palestinese di ghurba, un sentimento di assenza della patria e nostalgia per questa, anche alle vittime e ai profughi non palestinesi. Nella poesia di Handal la memoria ha una rilevanza particolare, sia nella forma di sforzo collettivo sia di viaggio personale alla riscoperta delle proprie radici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/20844