La ricerca mira a istituire una correlazione tra la realtà dello spazio insulare e quella dello spazio carcerario attraverso l’analisi di casi concreti in cui tali dimensioni si incontrano. Una prima fase di studio approfondisce le declinazioni del termine ‘isola’: ne derivano riferimenti a entità geografiche così come a mondi immaginari. In particolare, si evidenzia come le realtà insulari abbiano ispirato un utilizzo reale e ideale dei loro spazi per accogliere esperimenti utopici e distopici. I caratteri che aiutano a definire l’isola suggeriscono parallelismi con la realtà degli spazi della pena; mare, coste, muri, frontiere sono uniti in dialogo. Le speculazioni iniziali pongono le basi per la successiva analisi dell’evoluzione storica del sistema penitenziario e, in particolare, delle colonie penali agricole: il riferimento è alle realtà insulari italiane e, tra queste, il focus ricade sull’Arcipelago Toscano. Progetti di regimi di detenzione alternativi sulle isole sono stati, per la maggior parte, abbandonati. Al giorno d’oggi, vi sono numerose strutture penitenziarie dismesse, che ricadono al centro di dibattiti sull’abbandono e il riutilizzo. L’elaborato porta la testimonianza di casi di riuso degli spazi carcerari, tramite la loro patrimonializzazione, la conversione museale, l’apertura al turismo. La letteratura fornisce gli strumenti per analizzare il caso studio dell’isola di Pianosa, che ha ospitato il carcere dagli anni ’50 dell’Ottocento agli anni ’90 del Novecento. Il richiamo al patrimonio dell’isola e agli attori che operano sul territorio precede l’indagine dei progetti avviati e dei possibili sviluppi, con la volontà di aprire una riflessione sulle urgenze di intervento e le opportunità per il futuro.
SPAZI INSULARI E SPAZI CARCERARI TRA UTOPIA E DISTOPIA. IL CASO DELL'ISOLA DI PIANOSA NELL’ARCIPELAGO TOSCANO
De Giuli, Chiara
2018/2019
Abstract
La ricerca mira a istituire una correlazione tra la realtà dello spazio insulare e quella dello spazio carcerario attraverso l’analisi di casi concreti in cui tali dimensioni si incontrano. Una prima fase di studio approfondisce le declinazioni del termine ‘isola’: ne derivano riferimenti a entità geografiche così come a mondi immaginari. In particolare, si evidenzia come le realtà insulari abbiano ispirato un utilizzo reale e ideale dei loro spazi per accogliere esperimenti utopici e distopici. I caratteri che aiutano a definire l’isola suggeriscono parallelismi con la realtà degli spazi della pena; mare, coste, muri, frontiere sono uniti in dialogo. Le speculazioni iniziali pongono le basi per la successiva analisi dell’evoluzione storica del sistema penitenziario e, in particolare, delle colonie penali agricole: il riferimento è alle realtà insulari italiane e, tra queste, il focus ricade sull’Arcipelago Toscano. Progetti di regimi di detenzione alternativi sulle isole sono stati, per la maggior parte, abbandonati. Al giorno d’oggi, vi sono numerose strutture penitenziarie dismesse, che ricadono al centro di dibattiti sull’abbandono e il riutilizzo. L’elaborato porta la testimonianza di casi di riuso degli spazi carcerari, tramite la loro patrimonializzazione, la conversione museale, l’apertura al turismo. La letteratura fornisce gli strumenti per analizzare il caso studio dell’isola di Pianosa, che ha ospitato il carcere dagli anni ’50 dell’Ottocento agli anni ’90 del Novecento. Il richiamo al patrimonio dell’isola e agli attori che operano sul territorio precede l’indagine dei progetti avviati e dei possibili sviluppi, con la volontà di aprire una riflessione sulle urgenze di intervento e le opportunità per il futuro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/20057