La gestione dei rifiuti costituisce una delle più importanti tematiche degli ultimi decenni, come conseguenza di una crescente produzione degli stessi; tale incremento va sicuramente correlato ad un aumento della popolazione mondiale, ad un incremento dei consumi e al progresso economico (la crisi mondiale ha solo in parte intaccato quest’ultimo fattore). Secondo le stime effettuate dall’Ufficio Statistico della Comunità Europea (EUROSTAT) in Europa, nell’arco di tempo considerato dallo studio, tra il 2004 e il 2014, sono stati prodotti circa 15 miliardi di tonnellate di rifiuti.In Italia, nello stesso arco di tempo, cioè tra il 2004 e 2014, si è registrato una produzione di 946.250.454 tonnellate di rifiuti (dati EUROSTAT), di cui 188.276.373 tonnellate di rifiuti urbani (dati ISPRA), uno dei valori più elevati tra i Paesi dell’Unione Europea. L’aumento progressivo della produzione di rifiuti nel corso degli ultimi decenni, ha portato tutto il mondo, e quindi anche l’Europa, a cercare soluzioni che potessero permettere di risolvere questo grave problema; quest’azione si traduce con la definizione di linee guida per la gestione dei rifiuti (il cosiddetto waste managment).In tal senso, la strategia delineata dall’Unione Europea, nella gerarchia delle azioni da intraprendere per la gestione dei rifiuti, pone come priorità la prevenzione e la minimizzazione (in termini di quantità e pericolosità), seguita dal recupero di materia ed energia e, solo come ultima azione, lo smaltimento in discarica del cosiddetto “residuale”, cioè quella parte di rifiuti che non può essere trattato in alcun modo se non con il conferimento degli stessi in discarica.Per quanto riguarda i rifiuti urbani, infatti, in Europa, sempre nel periodo di tempo preso di riferimento (2004 – 2014), sono stati prodotti circa 208.540.000 tonnellate. Ed è proprio questa classe di rifiuti che determina i maggiori problemi per un loro corretto smaltimento; essi, infatti, sono estremamente eterogenei e caratterizzati da un elevato contenuto di materia organica biodegradabile: questa frazione e questa caratteristica determina i maggiori impatti ambientali una volta deposti i rifiuti in discarica. La materia organica presente nei rifiuti, infatti, viene degradata dai microorganismi, in quanto rappresenta una fonte di energia e sostentamento, attraverso processi di biodegradazione, producendo due dei maggiori impatti che una discarica può causare, il percolato e il biogas. Il lavoro di tesi quindi si inserisce all’interno di questo contesto, con l’obiettivo di porre le basi di quella che potrebbe essere la prima versione di un quadro impiantistico territoriale a livello regionale delle discariche cessate, definire le caratteristiche di biodegradabilità dei rifiuti presenti al loro interno e definire in maniera critica quali sono i parametri più importanti e rappresentativi in uno studio di biodegradabilità.

Quadro impiantistico delle discariche cessate in Veneto e biodegradabilità dei rifiuti in esse conferiti

Reccanello, Giacomo
2017/2018

Abstract

La gestione dei rifiuti costituisce una delle più importanti tematiche degli ultimi decenni, come conseguenza di una crescente produzione degli stessi; tale incremento va sicuramente correlato ad un aumento della popolazione mondiale, ad un incremento dei consumi e al progresso economico (la crisi mondiale ha solo in parte intaccato quest’ultimo fattore). Secondo le stime effettuate dall’Ufficio Statistico della Comunità Europea (EUROSTAT) in Europa, nell’arco di tempo considerato dallo studio, tra il 2004 e il 2014, sono stati prodotti circa 15 miliardi di tonnellate di rifiuti.In Italia, nello stesso arco di tempo, cioè tra il 2004 e 2014, si è registrato una produzione di 946.250.454 tonnellate di rifiuti (dati EUROSTAT), di cui 188.276.373 tonnellate di rifiuti urbani (dati ISPRA), uno dei valori più elevati tra i Paesi dell’Unione Europea. L’aumento progressivo della produzione di rifiuti nel corso degli ultimi decenni, ha portato tutto il mondo, e quindi anche l’Europa, a cercare soluzioni che potessero permettere di risolvere questo grave problema; quest’azione si traduce con la definizione di linee guida per la gestione dei rifiuti (il cosiddetto waste managment).In tal senso, la strategia delineata dall’Unione Europea, nella gerarchia delle azioni da intraprendere per la gestione dei rifiuti, pone come priorità la prevenzione e la minimizzazione (in termini di quantità e pericolosità), seguita dal recupero di materia ed energia e, solo come ultima azione, lo smaltimento in discarica del cosiddetto “residuale”, cioè quella parte di rifiuti che non può essere trattato in alcun modo se non con il conferimento degli stessi in discarica.Per quanto riguarda i rifiuti urbani, infatti, in Europa, sempre nel periodo di tempo preso di riferimento (2004 – 2014), sono stati prodotti circa 208.540.000 tonnellate. Ed è proprio questa classe di rifiuti che determina i maggiori problemi per un loro corretto smaltimento; essi, infatti, sono estremamente eterogenei e caratterizzati da un elevato contenuto di materia organica biodegradabile: questa frazione e questa caratteristica determina i maggiori impatti ambientali una volta deposti i rifiuti in discarica. La materia organica presente nei rifiuti, infatti, viene degradata dai microorganismi, in quanto rappresenta una fonte di energia e sostentamento, attraverso processi di biodegradazione, producendo due dei maggiori impatti che una discarica può causare, il percolato e il biogas. Il lavoro di tesi quindi si inserisce all’interno di questo contesto, con l’obiettivo di porre le basi di quella che potrebbe essere la prima versione di un quadro impiantistico territoriale a livello regionale delle discariche cessate, definire le caratteristiche di biodegradabilità dei rifiuti presenti al loro interno e definire in maniera critica quali sono i parametri più importanti e rappresentativi in uno studio di biodegradabilità.
2017-10-25
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