La mia tesi intende dimostrare, prendendo in esame in particolare il testo Verstörung, come la forza espressiva della scrittura dell'autore austriaco Thomas Bernhard, la violenza quasi delle sue affermazioni e la sua modernità siano dovute in particolare alla chiusura olofrastica del suo linguaggio letterario come risposta sintomatica dello scrittore alla dolorosa esperienza del tradimento del padre e alla conseguente negazione della propria castrazione. Il riferimento teorico fondamentale di quest'interpretazione è soprattutto lo psichismo lacaniano, la suddivisione tra parola piena come richiesta di identificazione e parola vuota, quando essa cessa di essere domanda di riconoscimento all'altro, e il concetto di olofrase che Lacan introduce a proposito del linguaggio psicotico nel momento in cui questo perde la possibilità metaforica di rimandare ad un altro significante solidificando invece l'intervallo tra i significanti (S1-S2) in un effetto monolitico fisso, in cui la perdita della differenza pura che normalmente abita l'articolazione significante viene sostituita da un aggancio desoggettivante del soggetto ad un significante S1, in cui si identifica appunto monoliticamente. A questo blocco identitario soggettivo corrisponde una scrittura che, pur nell'evidenza dell'insegna che accoglie e fa coincidere ogni opposto, resta nel fondo opaco gerolglifico muto.
Bernhard: eine holophrastische Verstörung als Antwort auf den Verrat des Vaters
Fasolato, Barbara
2015/2016
Abstract
La mia tesi intende dimostrare, prendendo in esame in particolare il testo Verstörung, come la forza espressiva della scrittura dell'autore austriaco Thomas Bernhard, la violenza quasi delle sue affermazioni e la sua modernità siano dovute in particolare alla chiusura olofrastica del suo linguaggio letterario come risposta sintomatica dello scrittore alla dolorosa esperienza del tradimento del padre e alla conseguente negazione della propria castrazione. Il riferimento teorico fondamentale di quest'interpretazione è soprattutto lo psichismo lacaniano, la suddivisione tra parola piena come richiesta di identificazione e parola vuota, quando essa cessa di essere domanda di riconoscimento all'altro, e il concetto di olofrase che Lacan introduce a proposito del linguaggio psicotico nel momento in cui questo perde la possibilità metaforica di rimandare ad un altro significante solidificando invece l'intervallo tra i significanti (S1-S2) in un effetto monolitico fisso, in cui la perdita della differenza pura che normalmente abita l'articolazione significante viene sostituita da un aggancio desoggettivante del soggetto ad un significante S1, in cui si identifica appunto monoliticamente. A questo blocco identitario soggettivo corrisponde una scrittura che, pur nell'evidenza dell'insegna che accoglie e fa coincidere ogni opposto, resta nel fondo opaco gerolglifico muto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/19040