L'elaborato si propone di analizzare ed interpretare i temi sottesi alle opere del regista taiwanese Yang Dechang (Edward Yang, 1947-2007) concentrandosi in particolare sulla produzione presentata tra gli anni 1983-1986 che comprende i film "That day, on the beach", "Taipei Story" e "Terrorizers". Nella prima parte viene dato spazio alla contestualizzazione storica: la produzione dell’artista viene inquadrata nella cornice più ampia degli avvenimenti storico-culturali che coinvolsero, influenzandoli, la storia e la cinematografia dell’isola verso la fine degli anni Settanta e durante tutti gli anni Ottanta del Ventesimo secolo. La nascita, lo sviluppo ed il tramonto di un nuovo movimento cinematografico definito Nuovo Cinema Taiwanese vengono esaminati brevemente, determinandone le caratteristiche peculiari al fine di fornire un quadro stilistico e tematico chiaro in cui il regista, illustre rappresentante della corrente, inserisce la sua filmografia. Quindi segue lo studio del film del 1983, "That day, on the beach". L’opera è il primo lungometraggio dell’artista e, di fatto, la prima pellicola della nouvelle vague taiwanese interamente ad opera di un solo regista. Esso, costruito come una matrioska tramite flashback successivi e rimandi continui, si snoda attorno alla storia di una donna rappresentandone la vita dall’ infanzia all’età adulta. Il racconto comprendente diversi personaggi, accompagna la donna attraverso un cammino di riscatto personale il cui finale aperto è la prima testimonianza di quella che diventerà una caratteristica ricorrente nella prima filmografia di Yang. Gli aspetti più importanti sviluppati in "Taipei Story" (1985) vengono discussi nel secondo capitolo, nel quale vi è descritto come la rappresentazione della difficile storia d’amore di una coppia venga usata come punto di partenza per un’ampia riflessione sui valori culturali, sul loro cambiamento, sul disorientamento provocato dalla forte modernizzazione degli usi e dei costumi nella Taipei dei primi anni Ottanta. I personaggi allora, si fanno essi stessi emblemi di questa lotta e la componente urbana del film assume una forte valenza simbolica: il regista tramite una complessa struttura dicotomica ricrea una città spaccata all'interno della quale gli abitanti si muovono in cerca di certezze. L’ultima parte è dedicata all’analisi delle peculiarità riscontrabili nel film "Terrorizers" del 1986. Le vicende personali di diversi abitanti di Taipei si intrecciano tra loro mosse dalla casualità di alcuni eventi che ne determineranno drasticamente il destino. Grazie a particolari scelte stilistiche Yang manipola i suoni e le immagini sviluppando una complessa metodologia di rappresentazione del significato intrinseco che non solo si discosta dalla prosaica resa delle immagini ma rende la fruizione stessa un’opera di interpretazione. Il finale aperto, caratteristica qui magistralmente enfatizzata, ed un’interessante riflessione sulla creazione dell’arte che apre la possibilità all’analisi del metacinema, non fanno altro che rendere ulteriormente stimolante lo studio di quest’opera confermando la capacità del regista di creare un cinema profondo, maturo, esempio dell’evoluzione cinematografica taiwanese. La biografia, la filmografia completa corredata da una breve presentazione della trama di ogni film, nonché i premi internazionali vinti, sono infine proposti al termine dell’analisi dei tre lungometraggi.
Yang Dechang's urban soul:director's early films.
Pasquali, Giulia
2018/2019
Abstract
L'elaborato si propone di analizzare ed interpretare i temi sottesi alle opere del regista taiwanese Yang Dechang (Edward Yang, 1947-2007) concentrandosi in particolare sulla produzione presentata tra gli anni 1983-1986 che comprende i film "That day, on the beach", "Taipei Story" e "Terrorizers". Nella prima parte viene dato spazio alla contestualizzazione storica: la produzione dell’artista viene inquadrata nella cornice più ampia degli avvenimenti storico-culturali che coinvolsero, influenzandoli, la storia e la cinematografia dell’isola verso la fine degli anni Settanta e durante tutti gli anni Ottanta del Ventesimo secolo. La nascita, lo sviluppo ed il tramonto di un nuovo movimento cinematografico definito Nuovo Cinema Taiwanese vengono esaminati brevemente, determinandone le caratteristiche peculiari al fine di fornire un quadro stilistico e tematico chiaro in cui il regista, illustre rappresentante della corrente, inserisce la sua filmografia. Quindi segue lo studio del film del 1983, "That day, on the beach". L’opera è il primo lungometraggio dell’artista e, di fatto, la prima pellicola della nouvelle vague taiwanese interamente ad opera di un solo regista. Esso, costruito come una matrioska tramite flashback successivi e rimandi continui, si snoda attorno alla storia di una donna rappresentandone la vita dall’ infanzia all’età adulta. Il racconto comprendente diversi personaggi, accompagna la donna attraverso un cammino di riscatto personale il cui finale aperto è la prima testimonianza di quella che diventerà una caratteristica ricorrente nella prima filmografia di Yang. Gli aspetti più importanti sviluppati in "Taipei Story" (1985) vengono discussi nel secondo capitolo, nel quale vi è descritto come la rappresentazione della difficile storia d’amore di una coppia venga usata come punto di partenza per un’ampia riflessione sui valori culturali, sul loro cambiamento, sul disorientamento provocato dalla forte modernizzazione degli usi e dei costumi nella Taipei dei primi anni Ottanta. I personaggi allora, si fanno essi stessi emblemi di questa lotta e la componente urbana del film assume una forte valenza simbolica: il regista tramite una complessa struttura dicotomica ricrea una città spaccata all'interno della quale gli abitanti si muovono in cerca di certezze. L’ultima parte è dedicata all’analisi delle peculiarità riscontrabili nel film "Terrorizers" del 1986. Le vicende personali di diversi abitanti di Taipei si intrecciano tra loro mosse dalla casualità di alcuni eventi che ne determineranno drasticamente il destino. Grazie a particolari scelte stilistiche Yang manipola i suoni e le immagini sviluppando una complessa metodologia di rappresentazione del significato intrinseco che non solo si discosta dalla prosaica resa delle immagini ma rende la fruizione stessa un’opera di interpretazione. Il finale aperto, caratteristica qui magistralmente enfatizzata, ed un’interessante riflessione sulla creazione dell’arte che apre la possibilità all’analisi del metacinema, non fanno altro che rendere ulteriormente stimolante lo studio di quest’opera confermando la capacità del regista di creare un cinema profondo, maturo, esempio dell’evoluzione cinematografica taiwanese. La biografia, la filmografia completa corredata da una breve presentazione della trama di ogni film, nonché i premi internazionali vinti, sono infine proposti al termine dell’analisi dei tre lungometraggi.File | Dimensione | Formato | |
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