Questo lavoro nasce dalla volontà di analizzare la fotografia e il suo rapporto tra la realtà e la finzione. In particolare, inizierò affrontando gli studi sulla semiologia della fotografia; dopo una breve premessa su Peirce in particolare, sulla tripartizione del segno, attribuirò un grande rilievo alla figura di Roland Barthes, da cui partiranno una serie di riflessioni collegate ad altri teorici come: Philippe Dubois dove la fotografia verrà considerata come una sorta di traccia, attribuendole quindi una funzione indicale e di conseguenza corrispondente con il reale. Dopo Barthes e Dubois, tratterò Henri- Marie Schaeffer il quale, riprendendo la terminologia adottata da Peirce, considererà la fotografia non solo come indice ma anche come icona. Infine lo scrittore, giornalista e fotografo Michele Smargiassi verrà posto come conclusione del dibattito semiologico, per aprire un'ulteriore questione, ad essa collegata, ovvero quella relativa all'uso delle didascalie, argomento che affronterò nell'ultimo capitolo. Tra tutti i generi fotografici, analizzerò in particolare il caso del fotogiornalismo il quale, viene considerato come quello con la maggiore corrispondenza con il reale. Dopo un inquadramento storico delle principali fasi che caratterizzarono tale genere fotografico, analizzerò i primi casi di manipolazione fotografica nella storia, per poi passare alla tecnica del fotomontaggio e i "falsi fotografici" i quali, verranno distinti, in base alle didascalie associate all'immagine. Prenderò poi in considerazione alcune immagini, per dimostrare come le fotografie possano essere considerate, sotto certi aspetti, veritiere ma contemporaneamente false, a livello di significato il quale, gli verrà conferito tramite l'uso delle didascalie. Sarà proprio su questo rapporto tra fotografia e didascalia che dedicherò l'ultimo capitolo.

La fotografia tra realtà e finzione (Il caso del fotogiornalismo)

Squarzanti, Claudia
2015/2016

Abstract

Questo lavoro nasce dalla volontà di analizzare la fotografia e il suo rapporto tra la realtà e la finzione. In particolare, inizierò affrontando gli studi sulla semiologia della fotografia; dopo una breve premessa su Peirce in particolare, sulla tripartizione del segno, attribuirò un grande rilievo alla figura di Roland Barthes, da cui partiranno una serie di riflessioni collegate ad altri teorici come: Philippe Dubois dove la fotografia verrà considerata come una sorta di traccia, attribuendole quindi una funzione indicale e di conseguenza corrispondente con il reale. Dopo Barthes e Dubois, tratterò Henri- Marie Schaeffer il quale, riprendendo la terminologia adottata da Peirce, considererà la fotografia non solo come indice ma anche come icona. Infine lo scrittore, giornalista e fotografo Michele Smargiassi verrà posto come conclusione del dibattito semiologico, per aprire un'ulteriore questione, ad essa collegata, ovvero quella relativa all'uso delle didascalie, argomento che affronterò nell'ultimo capitolo. Tra tutti i generi fotografici, analizzerò in particolare il caso del fotogiornalismo il quale, viene considerato come quello con la maggiore corrispondenza con il reale. Dopo un inquadramento storico delle principali fasi che caratterizzarono tale genere fotografico, analizzerò i primi casi di manipolazione fotografica nella storia, per poi passare alla tecnica del fotomontaggio e i "falsi fotografici" i quali, verranno distinti, in base alle didascalie associate all'immagine. Prenderò poi in considerazione alcune immagini, per dimostrare come le fotografie possano essere considerate, sotto certi aspetti, veritiere ma contemporaneamente false, a livello di significato il quale, gli verrà conferito tramite l'uso delle didascalie. Sarà proprio su questo rapporto tra fotografia e didascalia che dedicherò l'ultimo capitolo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/14753