Il XX verrà ricordato come il secolo delle trasformazioni rapide e macroscopiche. Il cambiamento non ha risparmiato nemmeno la montagna. Questa fu soprattutto considerata come attrazione turistica: nel giro di pochi anni, l’antico assetto agro-silvo-pastorale verrà soppiantato nel nome della più remunerativa ricettività. Questo stravolgimento sociale ha spesso dato vita a dinamiche contestualmente scorrette le cui ripercussioni sono evidenti in paesaggi feriti dalla fede troppo cieca nel progresso. La montagna ha così acquistato un volto dicotomico: laddove l’ambiente risulta idoneo allo sfruttamento, si sviluppa una montagna ricca, dotata di strutture all’avanguardia; dove invece le caratteristiche non corrispondono ai canoni turistici, la montagna viene trascurata, causando così grossi disagi nella popolazione, spesso costretta a emigrare. Il contesto da me analizzato, l’Altipiano dei Sette Comuni, racchiude in sé questa polarità. Se da un lato è facile osservare un indirizzo progressista, diretto a modernizzare l’ambiente, dall’altro, soprattutto per quanto riguarda le aree periferiche, si sta registrando un graduale abbandono. Oggi tuttavia, si stanno moltiplicando iniziative virtuose finalizzate ad intendere la montagna non più come uno spazio da consumare, bensì come un luogo da vivere. Per governare il territorio, le iniziative rilevate nella ricerca fanno dialogare le conoscenze del passato con quelle del presente, salvaguardando così importanti aspetti culturali.

Un altopiano attraversa il Novecento - Sviluppo sociale e turistico nell'Altipiano dei Sette Comuni

Lacasella, Pietro
2020/2021

Abstract

Il XX verrà ricordato come il secolo delle trasformazioni rapide e macroscopiche. Il cambiamento non ha risparmiato nemmeno la montagna. Questa fu soprattutto considerata come attrazione turistica: nel giro di pochi anni, l’antico assetto agro-silvo-pastorale verrà soppiantato nel nome della più remunerativa ricettività. Questo stravolgimento sociale ha spesso dato vita a dinamiche contestualmente scorrette le cui ripercussioni sono evidenti in paesaggi feriti dalla fede troppo cieca nel progresso. La montagna ha così acquistato un volto dicotomico: laddove l’ambiente risulta idoneo allo sfruttamento, si sviluppa una montagna ricca, dotata di strutture all’avanguardia; dove invece le caratteristiche non corrispondono ai canoni turistici, la montagna viene trascurata, causando così grossi disagi nella popolazione, spesso costretta a emigrare. Il contesto da me analizzato, l’Altipiano dei Sette Comuni, racchiude in sé questa polarità. Se da un lato è facile osservare un indirizzo progressista, diretto a modernizzare l’ambiente, dall’altro, soprattutto per quanto riguarda le aree periferiche, si sta registrando un graduale abbandono. Oggi tuttavia, si stanno moltiplicando iniziative virtuose finalizzate ad intendere la montagna non più come uno spazio da consumare, bensì come un luogo da vivere. Per governare il territorio, le iniziative rilevate nella ricerca fanno dialogare le conoscenze del passato con quelle del presente, salvaguardando così importanti aspetti culturali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/14293