Nel mondo contemporaneo l’intensa mobilità territoriale è diventata elemento distintivo alla fine del XX secolo e ancora di più nei primi decenni del XXI secolo. In un’epoca di crisi e di transizione, prepotentemente influenzata dal processo di globalizzazione, le migrazioni internazionali hanno rappresentato una sfida per i paesi europei che nel corso del tempo hanno cercato di rispondere al fenomeno formulando specifici progetti sociali. Le condizioni di relativo benessere, la stabilità politica e la carenza di manodopera di alcuni paesi delle Comunità Europea, costituiscono degli elementi di attrazione per i paesi circostanti ma soprattutto per i paesi extracomunitari che, con l’acuirsi delle due grandi crisi petrolifere del 1973 e 1979, sono stati costretti a spostare lo sguardo verso l’Europa e in particolar modo verso l’area mediterranea. In tale contesto, a partire dagli anni Ottanta, la Spagna passa dall’essere paese di forte emigrazione, intraeuropea e successivamente extraeuropea, a uno dei principali paesi ricettori di popolazione straniera dell’Unione Europea. Oltre ad essere caratterizzate da una forte accelerazione e differenziazione, le migrazioni contemporanee si distinguono per il progressivo incremento delle donne nei flussi migratori che ha fatto parlare gli esperti di chiara tendenza verso un processo di femminilizzazione. La segmentazione del mondo del lavoro insieme alla persistente visione androcentrica che tendeva ad essenzializzare la figura della donna nei processi di mobilità lavorativa, sono alcuni degli elementi che caratterizzano i flussi migratori considerati in questa tesi, quello delle donne marocchine ed ecuadoriane nel sud della Spagna. Due diversi gruppi provenienti da aree geografiche diverse che confluiscono nello stesso territorio per motivazioni e modalità differenti ma che attraverso tali processi conferiscono alla figura femminile maggiore visibilità in quanto soggetto attivo di sviluppo economico, confutando lo stereotipo della donna economicamente inattiva e totalmente dipendente dall’uomo.
Femminilizzazione dei processi migratori: il caso marocchino ed ecuadoriano in Andalucía.
Trigili, Emanuela
2013/2014
Abstract
Nel mondo contemporaneo l’intensa mobilità territoriale è diventata elemento distintivo alla fine del XX secolo e ancora di più nei primi decenni del XXI secolo. In un’epoca di crisi e di transizione, prepotentemente influenzata dal processo di globalizzazione, le migrazioni internazionali hanno rappresentato una sfida per i paesi europei che nel corso del tempo hanno cercato di rispondere al fenomeno formulando specifici progetti sociali. Le condizioni di relativo benessere, la stabilità politica e la carenza di manodopera di alcuni paesi delle Comunità Europea, costituiscono degli elementi di attrazione per i paesi circostanti ma soprattutto per i paesi extracomunitari che, con l’acuirsi delle due grandi crisi petrolifere del 1973 e 1979, sono stati costretti a spostare lo sguardo verso l’Europa e in particolar modo verso l’area mediterranea. In tale contesto, a partire dagli anni Ottanta, la Spagna passa dall’essere paese di forte emigrazione, intraeuropea e successivamente extraeuropea, a uno dei principali paesi ricettori di popolazione straniera dell’Unione Europea. Oltre ad essere caratterizzate da una forte accelerazione e differenziazione, le migrazioni contemporanee si distinguono per il progressivo incremento delle donne nei flussi migratori che ha fatto parlare gli esperti di chiara tendenza verso un processo di femminilizzazione. La segmentazione del mondo del lavoro insieme alla persistente visione androcentrica che tendeva ad essenzializzare la figura della donna nei processi di mobilità lavorativa, sono alcuni degli elementi che caratterizzano i flussi migratori considerati in questa tesi, quello delle donne marocchine ed ecuadoriane nel sud della Spagna. Due diversi gruppi provenienti da aree geografiche diverse che confluiscono nello stesso territorio per motivazioni e modalità differenti ma che attraverso tali processi conferiscono alla figura femminile maggiore visibilità in quanto soggetto attivo di sviluppo economico, confutando lo stereotipo della donna economicamente inattiva e totalmente dipendente dall’uomo.File | Dimensione | Formato | |
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