La globalizzazione è un fenomeno di una portata tale da aver caratterizzato l’ultima epoca storica, e questo termine è ormai entrato a far parte del quotidiano in una moltitudine di ambiti: dalla politica all’economia, passando per la società e la cultura, per dirne alcuni. La globalizzazione non è un fenomeno dotato di una definizione unanimemente accettata: nel corso della storia numerosi sono stati i tentativi di definirla da parte degli studiosi, ma una definizione totale per questo fenomeno dalle mille sfaccettature ancora non esiste. Incerta è anche la porzione di storia che è stata toccata dalla globalizzazione: non esiste un’opinione unanime nemmeno sulla storia del fenomeno, in quanto alcuni studiosi ne individuano il “big bang” all’epoca delle grandi scoperte, altri ancor prima. Comunque, non vi è dubbio sul fatto che, a partire dalla fine del XIX secolo, questo fenomeno abbia interessato ogni angolo del mondo. Da un punto di vista prettamente economico, anche la letteratura tradizionale mostra come sia conveniente entrare in relazione commerciale con altri paesi: ogni membro dello scambio, a livello nazionale, trae benefici dall’apertura al commercio internazionale. Tuttavia, dopo un’epoca di importante affermazione della tendenza al globale, si sta assistendo nell’ultimo periodo ad episodi di netta inversione rispetto al trend cui siamo abituati, che minacciano di essere presi d’esempio da altri paesi. Il 2016 è stato il teatro di due grandi dimostrazioni di volontà di chiusura: la vittoria del Brexit nel Regno Unito, e l’elezione presidenziale del candidato Trump negli Stati Uniti. In questi casi, colpisce il fatto che le due nazioni in questione, entrambe storicamente egemoni, fossero in passato le più ferme sostenitrici del libero mercato. Stiamo assistendo a un principio di erosione della forza globale. Occorre intervenire concentrandosi sui problemi che la globalizzazione comporta, tra cui lo squilibrio nella distribuzione dei benefici, lo sfruttamento dell’ambiente, l’aumento dell’influenza economica nei processi politici, le pericolose ripercussioni delle crisi finanziarie, e problematiche sociali legate soprattutto alla salute, alla migrazione, all’educazione e all’emancipazione femminile. Per garantirne la sopravvivenza, è necessario redistribuire i benefici e riconsiderare l’intero tema della globalizzazione, spogliandolo delle sue connotazioni negative e renderlo uno strumento a favore della democrazia.
Why does globalisation no longer work? Do Trump and Brexit mark the beginning of a new age of deglobalisation?
Cambria, Linda
2017/2018
Abstract
La globalizzazione è un fenomeno di una portata tale da aver caratterizzato l’ultima epoca storica, e questo termine è ormai entrato a far parte del quotidiano in una moltitudine di ambiti: dalla politica all’economia, passando per la società e la cultura, per dirne alcuni. La globalizzazione non è un fenomeno dotato di una definizione unanimemente accettata: nel corso della storia numerosi sono stati i tentativi di definirla da parte degli studiosi, ma una definizione totale per questo fenomeno dalle mille sfaccettature ancora non esiste. Incerta è anche la porzione di storia che è stata toccata dalla globalizzazione: non esiste un’opinione unanime nemmeno sulla storia del fenomeno, in quanto alcuni studiosi ne individuano il “big bang” all’epoca delle grandi scoperte, altri ancor prima. Comunque, non vi è dubbio sul fatto che, a partire dalla fine del XIX secolo, questo fenomeno abbia interessato ogni angolo del mondo. Da un punto di vista prettamente economico, anche la letteratura tradizionale mostra come sia conveniente entrare in relazione commerciale con altri paesi: ogni membro dello scambio, a livello nazionale, trae benefici dall’apertura al commercio internazionale. Tuttavia, dopo un’epoca di importante affermazione della tendenza al globale, si sta assistendo nell’ultimo periodo ad episodi di netta inversione rispetto al trend cui siamo abituati, che minacciano di essere presi d’esempio da altri paesi. Il 2016 è stato il teatro di due grandi dimostrazioni di volontà di chiusura: la vittoria del Brexit nel Regno Unito, e l’elezione presidenziale del candidato Trump negli Stati Uniti. In questi casi, colpisce il fatto che le due nazioni in questione, entrambe storicamente egemoni, fossero in passato le più ferme sostenitrici del libero mercato. Stiamo assistendo a un principio di erosione della forza globale. Occorre intervenire concentrandosi sui problemi che la globalizzazione comporta, tra cui lo squilibrio nella distribuzione dei benefici, lo sfruttamento dell’ambiente, l’aumento dell’influenza economica nei processi politici, le pericolose ripercussioni delle crisi finanziarie, e problematiche sociali legate soprattutto alla salute, alla migrazione, all’educazione e all’emancipazione femminile. Per garantirne la sopravvivenza, è necessario redistribuire i benefici e riconsiderare l’intero tema della globalizzazione, spogliandolo delle sue connotazioni negative e renderlo uno strumento a favore della democrazia.File | Dimensione | Formato | |
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