La tesi propone un'analisi del panorama artistico contemporaneo dell'ultima decade, focalizzandosi sulle produzioni video ad opera di artisti che utilizzano supporti analogici. Tale scelta, apparentemente obsoleta rispetto alle tendenze dell'era digitale, è in contrasto con le modalità espressive di un linguaggio artistico “recente” come la videoarte, in cui l'impiego di mezzi innovativi - presi in prestito dal cinema, dalla televisione, dalla rete – è spesso parte integrante del messaggio dell'opera stessa. L'elaborato ripercorre brevemente l'evoluzione tecnica del video nell'arte e le sue modalità di fruizione - dalle prime sperimentazioni su pellicola degli anni Sessanta, al cruciale passaggio dall'analogico al digitale, fino ai più recenti lavori in alta definizione - confrontandosi con alcuni esempi di produzioni analogiche contemporanee. In particolare, si esamina il catalogo dell'installazione video "Film" di Tacita Dean (Tate Modern, Londra 2011), dove l'artista raccoglie numerosi di scritti a cura di artisti, registi, critici e curatori che sostengono l'importanza della preservazione dell'analogico come alternativa all'onnipresenza virtuale. Da un'indagine sull'opera di Dean e sui lavori di altri artisti che si avvalgono (totalmente o in parte) di tale supporto, traspare un approccio totalmente inedito verso il medium, non tanto nostalgico verso il passato ma piuttosto critico e innovativo nei confronti delle tendenze della contemporaneità.

L'analogico nella produzione video. Le ragioni di un ritorno.

Cargnelli, Alessia
2015/2016

Abstract

La tesi propone un'analisi del panorama artistico contemporaneo dell'ultima decade, focalizzandosi sulle produzioni video ad opera di artisti che utilizzano supporti analogici. Tale scelta, apparentemente obsoleta rispetto alle tendenze dell'era digitale, è in contrasto con le modalità espressive di un linguaggio artistico “recente” come la videoarte, in cui l'impiego di mezzi innovativi - presi in prestito dal cinema, dalla televisione, dalla rete – è spesso parte integrante del messaggio dell'opera stessa. L'elaborato ripercorre brevemente l'evoluzione tecnica del video nell'arte e le sue modalità di fruizione - dalle prime sperimentazioni su pellicola degli anni Sessanta, al cruciale passaggio dall'analogico al digitale, fino ai più recenti lavori in alta definizione - confrontandosi con alcuni esempi di produzioni analogiche contemporanee. In particolare, si esamina il catalogo dell'installazione video "Film" di Tacita Dean (Tate Modern, Londra 2011), dove l'artista raccoglie numerosi di scritti a cura di artisti, registi, critici e curatori che sostengono l'importanza della preservazione dell'analogico come alternativa all'onnipresenza virtuale. Da un'indagine sull'opera di Dean e sui lavori di altri artisti che si avvalgono (totalmente o in parte) di tale supporto, traspare un approccio totalmente inedito verso il medium, non tanto nostalgico verso il passato ma piuttosto critico e innovativo nei confronti delle tendenze della contemporaneità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/12563