Nel 2014, il governo della Svezia ha stabilito la prima Politica Estera Femminista (PEF) al mondo, il cui obiettivo è la promozione ed il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dei diritti umani di donne e bambine a livello globale. Questo studio effettua un’analisi critica del discorso della Politica Estera Femminista svedese, con l’obiettivo di analizzare se e come il discorso governativo riproduca o, al contrario, sfidi narrazioni e relazioni di potere di natura neocoloniale di genere. Nel contesto di questo studio, con “discorso neocoloniale di genere” si indica un discorso radicato in relazioni di potere ereditate dal periodo coloniale, nonché caratterizzato da essenzialismo di genere, ovvero dal presupposto che “donne” e “uomini” siano due categorie di genere monolitiche ed intrinsecamente diverse l’una dall’altra. La cornice teorica utilizzata da questa tesi si basa sulla teoria femminista postcoloniale, sul femminismo intersezionale e sulla teoria postcoloniale classica. La tesi utilizza l’approccio metodologico dell’analisi critica del discorso. L’analisi effettuata dimostra che il discorso della PEF svedese non rientra completamente né nella definizione di discorso neocoloniale di genere, né in quella di discorso femminista postcoloniale ed intersezionale. Infatti, all’interno dei testi analizzati si trovano elementi riconducibili ad entrambi i tipi ideali. Si può concludere che la PEF della Svezia, pur non sovvertendo completamente le narrazioni neocoloniali di genere e le relative relazioni di potere, offre degli importanti esempi di come una politica estera possa incorporare elementi postcoloniali ed intersezionali nel proprio discorso.

Sweden's Feminist Foreign Policy - A postcolonial feminist critical discourse analysis

Furlan, Eleonora
2021/2022

Abstract

Nel 2014, il governo della Svezia ha stabilito la prima Politica Estera Femminista (PEF) al mondo, il cui obiettivo è la promozione ed il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dei diritti umani di donne e bambine a livello globale. Questo studio effettua un’analisi critica del discorso della Politica Estera Femminista svedese, con l’obiettivo di analizzare se e come il discorso governativo riproduca o, al contrario, sfidi narrazioni e relazioni di potere di natura neocoloniale di genere. Nel contesto di questo studio, con “discorso neocoloniale di genere” si indica un discorso radicato in relazioni di potere ereditate dal periodo coloniale, nonché caratterizzato da essenzialismo di genere, ovvero dal presupposto che “donne” e “uomini” siano due categorie di genere monolitiche ed intrinsecamente diverse l’una dall’altra. La cornice teorica utilizzata da questa tesi si basa sulla teoria femminista postcoloniale, sul femminismo intersezionale e sulla teoria postcoloniale classica. La tesi utilizza l’approccio metodologico dell’analisi critica del discorso. L’analisi effettuata dimostra che il discorso della PEF svedese non rientra completamente né nella definizione di discorso neocoloniale di genere, né in quella di discorso femminista postcoloniale ed intersezionale. Infatti, all’interno dei testi analizzati si trovano elementi riconducibili ad entrambi i tipi ideali. Si può concludere che la PEF della Svezia, pur non sovvertendo completamente le narrazioni neocoloniali di genere e le relative relazioni di potere, offre degli importanti esempi di come una politica estera possa incorporare elementi postcoloniali ed intersezionali nel proprio discorso.
2021-10-28
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/12403