Il presente elaborato vuole fornire un’esaustiva panoramica sulla disciplina del conflitto di interessi che può viziare i comportamenti degli intermediari finanziari. La problematica prende origine già nella prima metà del secolo scorso e solo nel nuovo millennio si è addivenuti ad una soluzione completa e sufficientemente unitaria all’interno della comunità europea. Nel tentativo di trarre delle considerazioni in merito, si è ritenuto opportuno introdurre la trattazione attraverso un excursus sull’evoluzione normativa che prende avvio dalla legge bancaria del 1936 e termina nella più recente attuazione della Direttiva MiFid. Ricostruito il contesto, la trattazione esamina le modalità con cui gli intermediari applicano la disciplina attualmente in vigore. I soggetti abilitati, innanzitutto, individuano le differenti ipotesi di situazioni in cui possono versare in conflitti dannosi per il cliente, relativamente alle attività e ai servizi di investimento che svolgono, elaborando una casistica che viene costantemente implementata. Una volta riconosciute queste situazioni gli intermediari mettono in atto idonee politiche di gestione, finalizzate all’eliminazione non tanto degli interessi conflittuali, quanto piuttosto dei danni che il conflitto arreca al cliente. Sono quindi analizzate le misure adoperate e i soggetti che, all’interno dell’impresa, sono preposti ad applicare queste procedure. Inoltre l’elaborato analizza le modalità della comunicazione che gli intermediari sono tenuti a fornire al cliente qualora le politiche di cui sopra non fossero sufficienti. In ultimo, lo scritto scorre la serie dei rimedi posti in atto dalla clientela contro i comportamenti irregolari degli intermediari in conflitto di interessi. L’evoluzione della dottrina e quindi della giurisprudenza hanno portato a penalizzare tali comportamenti inizialmente con la nullità dei contratti posti in essere, poi con il rimedio dell’annullabilità per vizio del consenso ed infine con la risoluzione del contratto e l’eventuale risarcimento dei danni.

IL CONFLITTO DI INTERESSI NELL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA Uno studio sull’evoluzione della dottrina e della prassi operativa

Lovato, Federica
2013/2014

Abstract

Il presente elaborato vuole fornire un’esaustiva panoramica sulla disciplina del conflitto di interessi che può viziare i comportamenti degli intermediari finanziari. La problematica prende origine già nella prima metà del secolo scorso e solo nel nuovo millennio si è addivenuti ad una soluzione completa e sufficientemente unitaria all’interno della comunità europea. Nel tentativo di trarre delle considerazioni in merito, si è ritenuto opportuno introdurre la trattazione attraverso un excursus sull’evoluzione normativa che prende avvio dalla legge bancaria del 1936 e termina nella più recente attuazione della Direttiva MiFid. Ricostruito il contesto, la trattazione esamina le modalità con cui gli intermediari applicano la disciplina attualmente in vigore. I soggetti abilitati, innanzitutto, individuano le differenti ipotesi di situazioni in cui possono versare in conflitti dannosi per il cliente, relativamente alle attività e ai servizi di investimento che svolgono, elaborando una casistica che viene costantemente implementata. Una volta riconosciute queste situazioni gli intermediari mettono in atto idonee politiche di gestione, finalizzate all’eliminazione non tanto degli interessi conflittuali, quanto piuttosto dei danni che il conflitto arreca al cliente. Sono quindi analizzate le misure adoperate e i soggetti che, all’interno dell’impresa, sono preposti ad applicare queste procedure. Inoltre l’elaborato analizza le modalità della comunicazione che gli intermediari sono tenuti a fornire al cliente qualora le politiche di cui sopra non fossero sufficienti. In ultimo, lo scritto scorre la serie dei rimedi posti in atto dalla clientela contro i comportamenti irregolari degli intermediari in conflitto di interessi. L’evoluzione della dottrina e quindi della giurisprudenza hanno portato a penalizzare tali comportamenti inizialmente con la nullità dei contratti posti in essere, poi con il rimedio dell’annullabilità per vizio del consenso ed infine con la risoluzione del contratto e l’eventuale risarcimento dei danni.
2013-02-18
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