La ricerca intende presentare quali sono stati i principali sviluppi e innovazioni attuati nell’ambito della didattica museale durante il periodo di chiusura delle sedi museali per far fronte alle misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19. Questa circostanza è stata l’occasione per avviare un processo di evoluzione nell’utilizzo delle strumentazioni digitali, che hanno permesso il mantenimento di un dialogo culturale inclusivo e fruibile anche a distanza. Partendo da un’analisi storica delle trasformazioni del termine museo, da collezione privata a spazio accessibile al pubblico, vengono tracciate le particolari questioni esaminate nei dibattiti relativi la didattica museale, dalla necessità di fornire metodi e strumenti adatti a tutti per la comprensione artistica, fino alla nuova proposta di definizione museale adottata dall’International Council of Museums (ICOM). Viene evidenziato, inoltre, il particolare rapporto di mediazione che lega il museo all’ambiente scolastico, nel suo ruolo strategico di consolidamento di un legame progressivo che avvicina i giovani al patrimonio culturale, illustrando le principali teorie pedagogiche che sottolineano l’importanza esperienziale del vissuto come chiave per il mantenimento di questo rapporto. Nella seconda parte, facendo riferimento alle principali difficoltà riscontrate durante il periodo di lockdown, si individua il ruolo strategico svolto dalla strumentazione digitale, che ha determinato un’opportunità di sviluppo e innovazione per una didattica museale aperta sul mondo in un’ottica interculturale. Sono state confrontate le proposte realizzate nel periodo di chiusura delle sedi e quello immediatamente successivo dei principali musei veneziani, tra cui la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Peggy Guggenheim Collection e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. L’analisi dei dati, pur se parziali, sembra confermare l’ipotesi che il bisogno di cultura risulta in crescita, e che, seppur le azioni digitali hanno svolto un ruolo fondamentale di relazione con il pubblico, queste non potranno mai sostituire totalmente l’esperienza fisica della visita in museo, che necessita di una mediazione in un’ottica di progettualità e di didattica museale.

MediAzione: le nuove didattiche museali tra necessità e opportunità di sviluppo

Riccato, Aurora
2022/2023

Abstract

La ricerca intende presentare quali sono stati i principali sviluppi e innovazioni attuati nell’ambito della didattica museale durante il periodo di chiusura delle sedi museali per far fronte alle misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19. Questa circostanza è stata l’occasione per avviare un processo di evoluzione nell’utilizzo delle strumentazioni digitali, che hanno permesso il mantenimento di un dialogo culturale inclusivo e fruibile anche a distanza. Partendo da un’analisi storica delle trasformazioni del termine museo, da collezione privata a spazio accessibile al pubblico, vengono tracciate le particolari questioni esaminate nei dibattiti relativi la didattica museale, dalla necessità di fornire metodi e strumenti adatti a tutti per la comprensione artistica, fino alla nuova proposta di definizione museale adottata dall’International Council of Museums (ICOM). Viene evidenziato, inoltre, il particolare rapporto di mediazione che lega il museo all’ambiente scolastico, nel suo ruolo strategico di consolidamento di un legame progressivo che avvicina i giovani al patrimonio culturale, illustrando le principali teorie pedagogiche che sottolineano l’importanza esperienziale del vissuto come chiave per il mantenimento di questo rapporto. Nella seconda parte, facendo riferimento alle principali difficoltà riscontrate durante il periodo di lockdown, si individua il ruolo strategico svolto dalla strumentazione digitale, che ha determinato un’opportunità di sviluppo e innovazione per una didattica museale aperta sul mondo in un’ottica interculturale. Sono state confrontate le proposte realizzate nel periodo di chiusura delle sedi e quello immediatamente successivo dei principali musei veneziani, tra cui la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Peggy Guggenheim Collection e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. L’analisi dei dati, pur se parziali, sembra confermare l’ipotesi che il bisogno di cultura risulta in crescita, e che, seppur le azioni digitali hanno svolto un ruolo fondamentale di relazione con il pubblico, queste non potranno mai sostituire totalmente l’esperienza fisica della visita in museo, che necessita di una mediazione in un’ottica di progettualità e di didattica museale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/11727